UN MIRTO CON... EMILIANO MELIS: "Già otto giorni fa il Cagliari aveva dato brutti segnali: i rossoblù erano stati arrendevoli, facendo fare un figurone a una Juventus col morale sotto i tacchi. A gennaio bisognava prendere un attaccante puro"
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Altra prestazione tecnicamente deficitaria del Cagliari di Davide Nicola, che sembra proprio non riuscire più a ritrovarsi. A Bologna, a corollario di una sconfitta subita dopo essere passati per primi in vantaggio, i rossoblù isolani hanno offerto una prova a tratti perfino sconcertante, non riuscendo ad azzeccare più di tre-quattro passaggi di fila e ricorrendo costantemente al lancio lungo dalle corsie laterali per il povero Piccoli, che ha dovuto sobbarcarsi da solo il peso dell’attacco.
Emiliano Melis, ex fantasista della formazione sarda, ai microfoni di Tuttocagliari.net sottolinea che “le avvisaglie della prestazione col Bologna si erano già avute nel match contro la Juventus: domenica scorsa, infatti, all’Unipol Domus era sceso in campo un Cagliari arrendevole e desolatamente prevedibile dalla cintola in su”.
Emiliano, al Dall’Ara l’undici di Nicola ha di fatto segnato sull’unica occasione costruita in novanta minuti. Ancora una volta ha messo in mostra un gioco arraffazzonato e approssimativo, basato sui lanci lunghi per l’unica punta Piccoli e, nel primo tempo, per Zito Luvumbo. Cosa sta succedendo a questa squadra?
“I primi segnali di cedimento si erano già palesati domenica scorsa contro la Juventus, che quest’anno non avevo mai visto creare tante occasioni da gol in una sola partita: ebbene, all’Unipol Domus alla fine del primo tempo la Vecchia Signora poteva essere avanti di quattro o di cinque reti. Uno può pensare: la sconfitta contro la Juve ci può stare…. Ma non contro quella Juve, appena uscita dalla Champions League e col morale sotto i tacchi! Senza dimenticare che poi mercoledì scorso in Coppa Italia i bianconeri sono stati eliminati da un Empoli che ha meritato ampiamente, per la qualità del gioco espresso, di passare il turno. Insomma, noi contro i torinesi siamo stati così arrendevoli e remissivi da farli sembrare una grande squadra… Peccato che l’abbiano dimostrato, in questa stagione, solo contro di noi.”
E col Bologna la musica è stata più o meno la stessa. La sensazione è che il Cagliari sia completamente sterile dal punto di vista offensivo a causa dell’assenza di un valido raccordo tra centrocampo e attacco. Tra l’altro Nicola nell’ultimo periodo sta sistematicamente rinunciando a inserire il trequartista fin dal primo minuto.
“L’unica cosa che posso – e che voglio – pensare è che i rossoblù stiano attraversando il classico periodo di appannamento fisico e mentale che prima o poi, nell’arco di una stagione, colpisce tutte le formazioni di serie A. Se ci pensiamo, fino a venti giorni fa la squadra era più propositiva e riusciva a strappare risultati positivi anche contro le big, giocandosela quasi sempre alla pari. Mi auguro che la causa della flessione sia questa, altrimenti ci sarebbe veramente da preoccuparsi.”
Non è arrivato, a suo giudizio, il momento che Davide Nicola cominci a rivalutare alcune sue convinzioni tattiche? La rinuncia a un collante tra centrocampo e attacco sta rendendo il Cagliari praticamente inoffensivo, e la scelta di passare sempre dalle corsie esterne – per di più con lanci lunghi dalle retrovie o dalla mediana – finisce per appiattire il gioco e per mortificare chi è chiamato a finalizzare l’azione.
“Stiamo parlando di Roberto Piccoli, per l’appunto, che nel suo sforzo estremo di accollarsi tutto il peso dell’attacco è assolutamente encomiabile. La brutta notizia è che si è rifatto male Luvumbo: se, come sembra, si tratta di noie muscolari l’angolano – che in pratica quest’anno non abbiamo mai avuto – potrebbe dover star fuori almeno per un mesetto. Ma resta il fatto che, a mio parere, il Cagliari nell’ultimo mercato avrebbe dovuto prendere un altro attaccante: Coman non è una prima o una seconda punta, ma più un esterno. Insomma, serviva una punta vera. E poi sarebbe stato opportuno creare i presupposti per mandarla in gol grazie alle giocate di elementi di elevata qualità tecnica. Se hai in rosa solo centrocampisti che nove volte su dieci anziché giocare la palla in avanti la danno all’indietro al centrale difensivo o al terzino, beh fai fatica a costruire qualcosa di buono in fase propositiva. Se non hai nessuno che salti l’uomo, che crei la superiorità numerica e che sappia imbucare per gli attaccanti il tuo gioco risulta così piatto e prevedibile da poter essere letto con facilità dalle retroguardie avversarie.
Ecco, noi abbiamo quasi solo incontristi e centrocampisti di quantità: il passaggio più lungo che fanno è a quattro o a cinque metri. Così è dura trovare la via del gol.”