UN MIRTO CON... BRUNO CORDA: "Non condivido il trionfalismo di alcuni tifosi: con la Roma si è visto un buon Cagliari, ma teniamo i piedi ben piantati per terra. E ricordiamoci che questa squadra, in buona parte, è stata costruita da Ranieri"
Il noto giornalista Bruno Corda commenta la prima uscita del Cagliari in serie A contro la Roma di Daniele De Rossi, invitando i tifosi alla prudenza pur ostentando un “moderato ed equilibrato ottimismo”.
Bruno, le è piaciuto il Cagliari visto domenica scorsa contro i giallorossi?
“In linea di massima direi di sì. Tuttavia non condivido questo trionfalismo così diffuso tra i tifosi: voglio ricordare che l’anno scorso esordimmo sempre con uno 0-0 in casa del Torino. Gara in cui tra l’altro sfiorammo i tre punti. Insomma, qui basta poco per parlare di zona-Europa League o di parte sinistra della classifica.
Diciamo piuttosto che con la Roma abbiamo visto un buon Cagliari: una squadra che, non dimentichiamolo, in buona parte è stata costruita - con grande fatica - da Claudio Ranieri. Il tecnico romano ha messo a rischio la sua immagine per riportare in alto la formazione rossoblù. Wieteska e Hatzidiakos, due tra le grandi delusioni della passata stagione, allenamento dopo allenamento sembra stiano crescendo. E così anche Marin, la vera sorpresa del precampionato: per nostra fortuna l’Empoli non lo ha riscattato. Dei nuovi acquisti mi piace Piccoli, uno che sa giocare la palla e si muove bene vicino e lontano dalla porta… Anche se contro la Roma, per la verità, a mio parere ha giostrato fin troppo lontano dalla porta giallorossa, faticando così ad essere incisivo in zona-gol. Però ha dei buoni numeri, e in più è giovane.
Nella gara con la compagine di De Rossi ai punti avremmo meritato di vincere noi. Siamo stati ordinati e coraggiosi, approfittando anche del fatto di incontrare una big proprio all’inizio della stagione, quando gli equilibri sono ancora incerti e i top team sono in piena fase di assestamento. Tuttavia terrei i piedi ben piantati per terra: il Cagliari ha una discreta squadra, ma dovrà lottare per la salvezza. Non alimentiamo facili illusioni, anche perché sono partiti giocatori importanti come Nandez – per trattenere il quale non mi pare si sia fatto granché, nonostante le sirene arabe fossero certamente seducenti – Dossena e Sulemana. Insomma, sposo la linea dell’ottimismo moderato, in attesa di vedere la squadra all’opera nelle prossime partite.”
Venendo al mercato, il Cagliari è alla ricerca di un giocatore in grado di fungere da raccordo tra centrocampo e attacco. Alla luce delle oggettive difficoltà ad arrivare a Gianluca Gaetano, l’ex fantasista del Sassuolo Traorè non potrebbe essere una soluzione interessante? È veloce, tecnico, abile nel saltare l’uomo e anche discretamente prolifico in zona gol.
“Io partirei dal presupposto che l’anno scorso gli innesti di Gaetano e Yerry Mina sono stati fondamentali per traghettare il Cagliari verso la salvezza, con tutte le difficoltà che ben conosciamo e ricordiamo. E Gaetano nei sei mesi vissuti in Sardegna è cresciuto tantissimo, offrendo alla squadra un contributo decisivo e rappresentando un autentico valore aggiunto. Al contrario ad esempio di Zito Luvumbo, che è rimasto più o meno quello di due anni fa. In più il fantasista napoletano ha dimostrato un grande amore per i colori rossoblù: si è sinceramente affezionato alla nostra Isola e ha dato tutto sé stesso per aiutare la squadra a centrare il suo obiettivo. Io tendenzialmente mi fido più di questi giovani talenti italiani che dei tantissimi stranieri che – ormai in larghissima maggioranza – affollano il nostro campionato. Auspico in questo senso un’inversione di tendenza, un’italianizzazione della nostre squadre che farebbe piacere, tra l’altro, al CT della Nazionale Luciano Spalletti.
Attenzione, Traorè mi piace ed è un ottimo profilo. Ma, francamente, continuo a fare il tifo per il ritorno di Gaetano in rossoblù.”
Concentriamoci sul reparto avanzato: va bene così com’è o ci sarebbe bisogno di un rinforzo in grado di incidere pesantemente in zona gol?
“In serie A ci vuole gente che ti garantisca almeno dieci-dodici gol all’anno. Nello scorso campionato Ranieri ha fatto il miracolo di salvare il Cagliari senza le reti degli attaccanti, con Viola capocannoniere. Il problema, però, è atavico: questa società non ha i denari per compiere operazioni di mercato importanti. Ormai è palese, è assodato. Continuiamo a sfangarla con i vari prestiti e controprestiti: vedi lo stesso Roberto Piccoli. Certo, tutti noi vorremmo avere uno di quei bomber che in area di rigore non perdonano. Ma dobbiamo accettare la realtà, che è quella di una società che deve vivere di prestiti e di cessioni dei suoi migliori uomini, così come accaduto per Sulemana, Dossena e Nandez.”