Panchina Roma, Triestino: "Tra Allegri e Ancelotti preferirei Allegri. Metterei un euro sulla qualificazione Champions"

Paolo Triestino, attore e tifoso della Roma, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tele Radio Stereo. Ecco le sue parole:
Quale è il suo primo ricordo della Roma?
"Oggi che cosa c'è che ci unisce così tanto? Un tempo c'era la fede, per chi la ha. La Roma ci unisce, ci fa risvegliare il lato bambino che è in noi. Il mio primo ricordo è un Ternana-Roma, la sentivo per radio e avrò avuto 7-8 anni. Mi ricordo la mia prima tessera d'abbonamento in Curva Sud, nel 1973-74: c'era Prati. Un amore meraviglioso, immutato e immutabile. Ho un nipote che ha cambiato squadra: era della Roma e a 18 anni è diventato della Lazio, una scelta cosciente ma incomprensibile. Vai a capire il motivo. In genere si dice che la fede calcistica non si può cambiare".
Quale è il suo sogno per la panchina della Roma?
"Tra Allegri e Ancelotti preferirei Allegri, onestamente. Ha una voglia di rivincita e di dimostrare al mondo che non è finito. Ancelotti... per ora mi convince meno. Sembrerò un vecchio nostalgico, ma vorrei De Rossi: non ho capito la sua cacciata, non l'ho compresa. Secondo me avrebbe fatto una gran bella strada. Era un uomo di grande intelligenza e intuito, non a caso le persone da comprare che aveva suggerito stanno facendo bene. Guardate Palladino e Italiano, dobbiamo dare tempo a questi allenatori. Mi manca De Rossi, sono felice che ci sia Ranieri che nonostante sia un gran paravento è forte. Ha rimesso a posto la squadra, siamo lì anche in classifica ed è qualcosa di clamoroso".
Dagli errori si impara? E perché i Friedkin non imparano?
"Si dovrebbe. Io un paio di volte ho imparato, anche se poi ci ricasco quasi sempre. La Roma impara dagli errori? Penso che i Friedkin ci considerino una provincia dell'Impero, una piccola provincia. Ci considerano così, come uno dei tanti affari che hanno. Altrimenti non si spiega l'accanimento contro un popolo meraviglioso come il nostro. Eravamo più di 60mila per Roma-Verona, solo per sentirci parte di questo grande abbraccio collettivo".
Crede nella corsa Champions?
"Io ci metterei un euro. E' un sogno, quindi sì".
Dove la rivedremo, a teatro?
"Dal 7 all'11 maggio sarò al Teatro Parioli-Costanzo. Con Costanzo girai una pubblicità una ventina di anni fa, era una persona davvero tenera e non me lo aspettavo. Lo spettacolo si chiama 'Le Gratitudini', è un bellissimo testo tratto da un romanzo francese. Mi sono divertito a metterlo in scena. Poi subito dopo andiamo a Milano un'altra settimana. E' bello, parla della parola 'grazie' ed è un romanzo potentissimo. Quante volte diciamo 'grazie' nella vita, durante il giorno, ma quante volte lo diciamo per davvero e a chi? E' una domanda bellissima, un testo emozionante e commovente".