Il 2024 del Cagliari da novembre a dicembre: il bel gioco non sempre ripaga, ma la speranza è l'ultima a morire. E lo stadio...
Le occasioni per segnare ci sono, ma la rete troppo spesso non si gonfia. Oppure, quando si arriva in area non si riesce a diventare veramente pericolosi. Si potrebbero riassumere così gli ultimi due mesi del 2024 del Cagliari, che d'altra parte hanno trasmesso anche dei piccoli segnali di fiducia e speranza. Perché a volte basta anche solo una piccola fiammella per illuminare il buio e i rossoblù hanno dimostrato di averne più di una.
Novembre si è aperto con quello che ormai è diventato un vero e proprio incubo: la partita contro la Lazio. Incredibilmente, di incontri piatti con i biancocelesti non ce ne sono mai e anche questo ha lasciato ampio spazio per discussioni e amaro in bocca. Se da un lato il Cagliari era riuscito a gioire per aver trovato il primo gol di uno dei suoi sistematici motorini, ovvero Zito Luvumbo, dall'altro si è dovuto scontrare con una direzione di gara alquanto discutibile. Non perché lo dica chi è di parte rossoblù, ma perché diversi moviolisti ed ex arbitri misero in risalto alcuni errori commessi in tale occasione, ovvero la doppia espulsione di Mina e Adopo.
La rabbia dettata dalla sfortuna è però stata trasformata in quel bel furore agonistico che ha poi portato ad un match spettacolare e pirotecnico contro il Milan. Un 3-3 divertente e in cui per la prima volta il Cagliari ha trovato la sua verve offensiva, non grazie agli attaccanti bensì ai propri esterni: Nadir Zortea e Gabriele Zappa. Da quel momento in poi, si è aperto un mini-ciclo che ha portato al pareggio di Genova contro il Grifone ed è culminato con il successo ai danni dell'Hellas Verona grazie alla rete, questa volta sì di un attaccante, ovvero Roberto Piccoli.
Queste partite poi hanno avuto anche un fattore comune particolare: hanno dato il via all'intervallo Sherri in porta. Una mossa inattesa da parte della squadra sarda che per un certo periodo ha fatto accomodare in panchina Scuffet, aprendo le porte al dibattito portiere. E forse gettando nel calderone più dubbi che certezze.
Novembre però è stato un mese vissuto intensamente anche fuori dal campo, con i festeggiamenti della Gigi Riva Football Week. Il primo compleanno senza il Mito è stato celebrato con quegli onori che in genere vengono tributati agli Eroi. Una serie di eventi che hanno regalato un'atmosfera magica che aveva poi accompagnato e probabilmente caricato gli uomini di Nicola per il match contro il Milan.
La bella atmosfera però ha purtroppo un difetto: non può durare per sempre. E dicembre ha voluto mostrarlo a Cagliari, quasi come se avesse appeso uno striscione con scritte a caratteri cubitali. L'ultimo mese dell'anno ha fruttato solo sconfitte per i rossoblù: le prestazioni non sono mai mancate, ma Fiorentina, Atalanta, Juventus, Venezia e Inter tra campionato e Coppa Italia hanno inflitto una punizione talvolta fin troppo severa, ma di cui va preso atto: 11 gol subiti e 1 solo fatto.
Seppure però le gioie siano state nulle dal punto di vista dei risultati, qualcosa per cui festeggiare in modo moderato (molto moderato) vi è stato. Razvan Marin è stato premiato come il giocatore rumeno dell'anno, un riconoscimento che attesta non solo le sue qualità, ma soprattutto la sua crescita negli ultimi anni. Poi Leonardo Pavoletti ha festeggiato le 200 presenze in rossoblù: mai in nessuna squadra si era trattenuto così a lungo. Poco prima della fine dell'anno inoltre, il Cagliari si è regalato anche il rinnovo di Zito Luvumbo. L'assenza dell'angolano, rimasto fuori per un infortunio, si è sentita parecchio nell'ultimo periodo, nonostante non stia vivendo un'annata prolifica.
Il botto di Capodanno però è arrivato dal Comune, più che dalla squadra. A ridosso dalla fine dell'anno, è arrivato l'accordo tra Regione e Comune per la realizzazione, si spera definitiva, del nuovo stadio. La demolizione del Sant'Elia dovrebbe riprendere a giugno 2025 e il nuovo impianto da 30mila posti dovrebbe essere costruito entro il 2026.
E allora salutiamo l'anno vecchio e accogliamo il nuovo nel segno della speranza. Puntiamo sui buoni auspici per il campionato, perché il Cagliari ora è scivolato decisamente troppo in basso, anche se davanti non è che abbiano particolarmente corso. Puntiamo poi sull'aria di cambiamento e sul fatto che le fatiche burocratiche possano diventare un ricordo e che i procedimenti per lo stadio abbiano finalmente un seguito.
Anche se il brindisi di Capodanno è ormai passato da diverse ore, ne riproponiamo un altro al Cagliari, alla sorte e alla consapevolezza che i mezzi per rimettersi in carreggiata, in fondo, ci sono tutti.