UN MIRTO CON... LUCIO BERNARDINI: "Il Cagliari ha imboccato la strada giusta: il punto conquistato con la Juve porterà ancora più fiducia nel gruppo rossoblù. Il grande pregio degli isolani è la compattezza: sono equilibrati in tutti i reparti"
Era il faro del Cagliari, cervello e centro nevralgico del gioco rossoblù. In Sardegna ha vissuto il dramma sportivo della retrocessione in serie C, ma anche l’esaltante riscossa con annesso ritorno in pompa magna in serie A nel 1990.
Lucio Bernardini, regista illuminato col vizio del gol, al Cagliari serba un posto speciale nel suo cuore e nei suoi ricordi. Con un occhio sempre sintonizzato sulle vicende odierne; per stare alla stretta attualità, anche lui è rimasto soddisfatto dall’ottimo punto strappato dagli isolani alla Juventus di Thiago Motta.
Lucio, ha avuto modo di seguire la partita contro la Juve?
“In realtà no, ma ho visto il risultato e me ne compiaccio. Un punto in casa della Juventus, specialmente dopo la bella vittoria di Parma, restituisce enorme fiducia e serenità ai calciatori e a tutto l’ambiente. Oltre a garantire quella continuità di risultati della quale il Cagliari aveva un gran bisogno.”
La prossima gara sarà, dopo la sosta per le Nazionali, in casa contro il Torino. Un Toro che si presenterà in Sardegna sensibilmente depotenziato in attacco, a causa del brutto infortunio subito dalla sua punta di diamante Duvan Zapata.
“Ogni partita presenta delle problematiche. Certo, perdendo Zapata il Toro si ritrova privo del suo punto di riferimento in fase offensiva. Per cui non possiamo dire che il compito del Cagliari sarà semplice, ma senz’altro meno difficile rispetto a come sarebbe stato con Zapata in campo. Il Torino è una squadra organizzata, che sa bene ciò che deve fare, quindi resta comunque temibile. Ma il Cagliari mi pare che nelle ultime due gare abbia imboccato la strada giusta.”
Qual è, a suo avviso, il principale punto di forza – e quale invece il tallone d’Achille – della compagine rossoblù?
“Il Cagliari mi sembra una squadra piuttosto equilibrata in tutti i reparti. Il centrocampo, ad esempio, è un reparto molto compatto, che si è avvalso del ritorno di un Razvan Marin molto ispirato e in grado di alzare significativamente il tasso qualitativo. Si potrebbe puntare il dito, per così dire, contro una certa sterilità dell’attacco, che però a ben vedere ha spesso lavorato bene in funzione della squadra.
Insomma, il punto di forza principale è la compattezza dell’undici di Nicola, anche se poi ci sono dei singoli che hanno nelle proprie corde le giocate risolutive. Sempre, comunque, nel contesto di un’organizzazione collettiva che penso sia fondamentale.”
Lucio, ma secondo lei a questo Cagliari non manca proprio un Bernardini? Un giocatore che sappia dettare i tempi a centrocampo e fungere anche da raccordo con l’attacco, grazie ai suoi inserimenti e alla sua abilità nel calibrare il passaggio in profondità…
“Beh, Prati l’anno scorso tutto sommato ha disputato un buon campionato, pur se con qualche alto e basso. Sì, forse è vero che uno con le mie caratteristiche ora come ora non c’è, ma è anche difficile fare raffronti tra diverse epoche: il calcio è profondamente cambiato in tanti suoi aspetti. Ad ogni modo Viola è uno che ha grande tecnica ed è bravo nelle sortite offensive; Prati è più un classico regista davanti alla difesa che scherma l’azione avversaria e imposta il gioco; Marin è una mezzala di corsa e di inserimento. Insomma, il reparto nevralgico è abbastanza ben assortito.”