UN MIRTO CON... CLAUDIO ONOFRI: "Nzola a Cagliari, se ritrovasse sé stesso, potrebbe fare la differenza. Oltre a Piccoli serve un centravanti di categoria. Gaetano in Sardegna crescerebbe esponenzialmente. Nicola e Pisacane due uomini fantastici"
Claudio Onofri, ex giocatore, allenatore e ora commentatore e opinionista calcistico, promuove a pieni voti il neotecnico del Cagliari Davide Nicola, a suo parere l’uomo giusto per provare a riportare in alto i colori rossoblù isolani, e analizza meticolosamente l’operato della dirigenza sarda in sede di calciomercato.
Claudio, che prospettive intravede per il nuovo Cagliari targato Nicola?
“Intanto premetto che il Cagliari, negli ultimi anni, a mio parere aveva delle rose tecnicamente superiori rispetto alla posizione di classifica effettivamente conquistata in campionato. In questo senso, credo che la mano di Davide Nicola possa aiutare i giocatori a tirare fuori qualcosa in più da loro stessi e dal loro potenziale.
Gaetano, se fosse ingaggiato dal club isolano, potrebbe crescere esponenzialmente. Zortea è un elemento eclettico, perché può giocare indifferentemente a destra o a sinistra con entrambi i piedi. Ora c’è da definire il discorso relativo alla punta centrale. Ho sentito di un interesse della società sarda per Nzola: lui è un attaccante che, quando lo vidi per la prima volta allo Spezia, mi impressionò tantissimo. Dopo averlo osservato nelle prime due partite dal vivo dissi: ‘Questo può giocare nell’Inter, è davvero devastante’. Poi purtroppo si è un po’ ridimensionato. Non ne ho mai capito a fondo i motivi. Qualcuno mi ha parlato, riguardo all’angolano, di un carattere un po’ particolare… ma non a livello umano, intendiamoci. Sotto il profilo puramente sportivo. Naturalmente non posso confermare, perché non lo conosco. So però che, se dovesse trovare l’ambiente giusto e tornare a ingranare, nel Cagliari potrebbe fare la differenza.”
Quindi anche a suo avviso l’ingaggio di Piccoli dall’Atalanta non può essere considerato la panacea di tutti i mali dell’attacco rossoblù… Insomma, serve almeno un’altra punta che possa garantire un certo quantitativo di reti.
“Piccoli è anche lui un buon giocatore, ma i numeri - in quanto a gol segnati - non mentono. E, nel suo caso, non lasciano spazio a un ottimismo incondizionato. Magari potrà valorizzare la punta alla quale verrà affiancato, ma dubito che possa essere schierato come titolare al centro del reparto avanzato in una squadra come il Cagliari. Occorre puntellare l’attacco con un centravanti un po’ più prolifico. Un attaccante concreto e di sostanza. Io stimo profondamente tanto Lapadula quanto, soprattutto, Leonardo Pavoletti, che ho conosciuto a Genova ed è un ragazzo straordinario. Mi piacerebbe che potesse ancora offrire un contributo determinante alla causa del Cagliari. Però è chiaro che i programmi di una società non possono essere basati sui sentimenti, ma su valutazioni e considerazioni ben più pratiche.”
Che sensazioni le trasmette Davide Nicola? Può essere l’uomo giusto per far compiere alla squadra quel piccolo salto di qualità che il pubblico sardo invoca da tempo?
“Allora, la premessa è d’obbligo: Davide Nicola, quando era un ragazzino, l’ho preso io al Genoa. Quindi lo conosco bene. È un ragazzo d’oro. Ricordo che all’epoca, scherzosamente, gli dicevo: ‘Davide, ma tu non puoi fare l’allenatore. Sei fin troppo timido ed educato’. Sottolineo: non è che un allenatore debba essere maleducato, ma l’immagine che spesso abbiamo del tecnico di una squadra di calcio è quella di una persona estremamente grintosa, sanguigna, agonisticamente ‘cattiva’.
Beh, che dire? Su Nicola mi sono sbagliato clamorosamente. Negli anni successivi ha dimostrato di avere una grande personalità, oltre a una notevole preparazione tecnico-tattica. E fin qui ha vissuto una carriera da allenatore più che onorevole. Guardi, le faccio una confessione: io quest’anno, dopo il Genoa, farò il tifo per il Cagliari. Perché? Un po’ per Davide Nicola e un po’, anche, per Fabio Pisacane, un altro ragazzo che ho portato io al Genoa e che ora allena la primavera cagliaritana. Sono due personaggi fantastici, innanzitutto dal punto di vista umano ed empatico. Mi fido di loro e, sinceramente, spero che il Cagliari possa disputare un ottimo campionato.”