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UN MIRTO CON... ANTONELLO CUCCUREDDU: "La Juve vive un momento un po' così. I bianconeri si devono svegliare: convincono solo a tratti. Il Cagliari, se azzeccherà la partita, domenica allo Stadium potrà fare risultato"

UN MIRTO CON... ANTONELLO CUCCUREDDU: "La Juve vive un momento un po' così. I bianconeri si devono svegliare: convincono solo a tratti. Il Cagliari, se azzeccherà la partita, domenica allo Stadium potrà fare risultato"TUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 00:01Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Domenica, all’Allianz Stadium di Torino, andrà in scena la “sua” partita.

Per dirla con Paolo Conte, sul volto di Antonello Cuccureddu - ex perno della Juventus (e della Nazionale italiana) negli anni Settanta - ogni volta che Juventus e Cagliari si incontrano si disegna “quell’espressione un po’ così”. Perché lui, sardo di Alghero ma calcisticamente votato alla causa bianconera, non sa mai bene, in fondo in fondo al cuore, per chi fare il tifo.

La Juve vista finora non lo convince appieno, mentre il Cagliari, a suo giudizio, può approcciarsi alla sfida di domenica con la legittima aspirazione di portare a casa un risultato positivo.

Antonello, per i rossoblù di Davide Nicola non sarà facile, domenica, uscire indenni dallo Stadium. Anche se la Juventus sarà reduce dall’impegnativo test di Champions League di mercoledì sera contro il Lipsia…

“Il Cagliari l’ho visto giocare e non mi dispiace per nulla. Secondo me se allo Stadium azzeccherà la partita e si esprimerà al cento per cento delle proprie potenzialità potrebbe anche riuscire a strappare un risultato positivo. Certo, la Juve è sempre la Juve. Però i bianconeri, per conto mio, si devono un po’ svegliare. Hanno delle notevoli potenzialità, ma ancora parzialmente inespresse.”

Secondo lei qual è il principale pregio e il più evidente difetto della formazione allenata da Thiago Motta?

“Più in generale, a me quello che sta vivendo la Juventus sembra un periodo un po’ così. Questa squadra la vedo brillante solo a tratti: deve assolutamente trovare continuità. Ma c’è un punto che mi sembra evidente e dal quale non si può prescindere: grandi campioni in rosa, in questo momento, i bianconeri non he hanno. Domina il gioco corale, il collettivo. A livello di individualità, i fuoriclasse a cui i tifosi juventini erano abituati al giorno d’oggi latitano. E quindi si fa sempre più fatica.”