ESCLUSIVA TC - MARCO SANNA: "Cagliari, non si possono commettere errori come quelli visti con la Roma. La squadra ha bisogno di rinforzi, e deve imparare a giocare palla a terra: non è costruita per servire gli attaccanti con lanci lunghi"

ESCLUSIVA TC - MARCO SANNA: "Cagliari, non si possono commettere errori come quelli visti con la Roma. La squadra ha bisogno di rinforzi, e deve imparare a giocare palla a terra: non è costruita per servire gli attaccanti con lanci lunghi"TUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 11 ottobre 2023, 16:55Primo piano
di Matteo Bordiga

Bandiera e colonna portante del centrocampo del Cagliari negli anni Novanta, infaticabile recupera-palloni e tignoso mastino capace di mettere la museruola ad avversari scintillanti (compreso il Pallone d’Oro Roberto Baggio), Marco Sanna non usa giri di parole per descrivere la situazione che sta vivendo la squadra di Ranieri.

Secondo il “tamburino sardo”, che nella sua vita da mediano ne ha viste davvero di tutti i colori e oggi allena la Torres primavera, occorrono molta più attenzione, concentrazione e dedizione da parte di tutti. Perché “certi errori, in serie A, non si possono commettere e non hanno giustificazioni”.

Marco, come si spiega un bilancio così deficitario come quello del Cagliari: 2 punti in 8 partite?

“Ha affrontato, fino a questo momento, squadre oggettivamente superiori. Ma ho visto i rossoblù domenica scorsa contro la Roma: non si possono fare degli errori così evidenti contro avversari di quel livello. Ci si autocondanna. L’impegno sicuramente non manca, eppure io vedo poca gente, tra le fila del Cagliari, che dà il massimo dal punto di vista mentale, oltre che da quello fisico. Parlo di attenzione e di concentrazione. I sardi sono spesso distratti nelle coperture, nei raddoppi, nelle marcature. Limando questi difetti si sarebbero evitati due o tre gol contro i giallorossi.

È evidente che la squadra sta attraversando un momento molto particolare: manca la forza giusta per imporsi ai massimi livelli. E allora è fondamentale ricompattarsi e affrontare le partite con più cattiveria e più determinazione. Il rischio, altrimenti, è quello di fare figure meschine.”

In questo periodo sembra non funzionare nulla: dalla fase offensiva, poco sostenuta dai centrocampisti e decisamente sterile ed evanescente, agli equilibri difensivi.

“A mio avviso il lancio lungo verso gli attaccanti non è una soluzione tattica che il Cagliari, alla luce delle caratteristiche dei suoi giocatori, dovrebbe adottare. L’unico che può spizzare il pallone e offrire delle sponde aeree è Pavoletti, quando gioca. Lo stesso Petagna non è un grandissimo colpitore di testa. Occorre mettere già la sfera e cercare di giocarla a terra.

Anche per questo motivo servono al più presto rinforzi, soprattutto in mezzo al campo. C’è bisogno di acquisti importanti che possano migliorare la qualità del gioco, altrimenti sinceramente la vedo dura. È vero che adesso arriveranno sfide con avversarie un po’ più abbordabili, quindi resta la speranza che la squadra possa in qualche modo riprendersi. Ciò non toglie che la situazione, allo stato attuale, è complessa. Tornando alla partita con la Roma, obiettivamente non si può non marcare su un cross dalla fascia. Io sono certissimo che lo staff di Ranieri faccia degli allenamenti specifici in questo senso. Poi però in partita gli errori arrivano comunque.”

A suo avviso, pur senza mettere in discussione le qualità di un allenatore come Ranieri, anche il tecnico è direttamente responsabile dell’andamento della squadra in queste prime otto giornate o è l’organico del Cagliari a essere attualmente inadatto alla categoria?

“Io sono sicurissimo di quello che dico: la rosa del Cagliari non è all’altezza di quella delle scorse stagioni in serie A. Il tecnico ha le sue responsabilità, ma sappiamo che chi va in campo sono i giocatori. Sono certo che Ranieri in allenamento provi tutte le situazioni tattiche possibili e immaginabili, che faccia degli esercizi mirati per insegnare ai difensori a marcare in area sui traversoni laterali... Cosa può fare di più un allenatore in questo contesto? Ripeto: la squadra va rinforzata, nella speranza che nel frattempo si sblocchi contro avversari come Salernitana, Empoli, Genoa e Frosinone. Tuttavia ora come ora non vedo, se non in qualche elemento, quella ‘garra’ che dovrebbe sempre contraddistinguere chi scende in campo per mantenere la categoria.”

Da allenatore, come si esce da un tunnel di negatività – probabilmente anche mentale – come quello in cui si è infilato il Cagliari?

“Non ci sono formule magiche. L’unica medicina realmente efficace è il lavoro quotidiano: bisogna compattare il gruppo, stare il più zitti possibile e allenarsi al centodieci per cento. Davvero, non c’è altro modo per riemergere dalle sabbie mobili. Aspettando, ovviamente, il mercato di gennaio.”

Marco, lei attualmente è l’allenatore della Torres primavera. Come sta andando la sua avventura sulla panchina sassarese? La prima squadra sta sbaragliando tutti gli avversari che sta incontrando, domenica dopo domenica, in serie C. Che risposte sta avendo lei, invece, dai giovani rossoblù?

“Mi sto trovando benissimo. Innanzitutto ho avuto la possibilità di allenare i ragazzi fin dalla preparazione estiva - mentre fino a quest’anno, nel corso della mia carriera di allenatore, mi era capitato quasi sempre di subentrare alla guida delle varie squadre a stagione in corso – e questo fa tutta la differenza del mondo. E poi qui a Sassari sono a casa.

Siamo tra le formazioni più giovani del torneo primavera. Finora abbiamo disputato tre partite, ottenendo una vittoria, un pareggio e una sconfitta e giocando sempre contro compagini dall’età media decisamente più alta della nostra. L’ottanta per cento dei ragazzi che alleno lo scorso anno militavano nella categoria degli Allievi: sono quasi tutti classe 2006 o 2007. Sono bravi e ricettivi: mi ascoltano, si fanno guidare in campo. La speranza è quella di portare almeno un elemento della primavera a esordire, entro la fine della stagione, in prima squadra.”