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ESCLUSIVA TC - GIANLUCA FESTA: "Cagliari, serve più qualità: quattro-cinque elementi che giocano sempre dal primo minuto sarebbero in realtà degli ottimi rincalzi. E non si può iniziare il campionato senza una punta che dia garanzie assolute"

ESCLUSIVA TC - GIANLUCA FESTA: "Cagliari, serve più qualità: quattro-cinque elementi che giocano sempre dal primo minuto sarebbero in realtà degli ottimi rincalzi. E non si può iniziare il campionato senza una punta che dia garanzie assolute" TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 13:54Primo piano
di Matteo Bordiga

Lui in maglia rossoblù di battaglie ne ha combattute tante. E quasi sempre ne è uscito vincitore.

Gianluca Festa, roccioso ex difensore monserratino, ha rivestito un ruolo da protagonista nell’epopea che ha condotto il Cagliari dagli inferi della serie C all’eldorado della qualificazione in Coppa Uefa del 1993. Tornato poi in Sardegna - da figliol prodigo - nel 2003, ha contribuito alla risalita in serie A della super-squadra guidata da Gianfranco Zola. Nel suo curriculum figura anche una breve esperienza da allenatore sulla panchina della formazione isolana, nel 2015.

Gianluca, il Cagliari in questo momento sembra una barca alla deriva. La classifica piange e i numeri sono impietosi: cosa sta succedendo?

“Dopo una partita come quella con l’Empoli è normale che le critiche siano feroci. Io voglio essere costruttivo, anche perché in questo momento la squadra è questa e l’allenatore dovrà essere bravo a trovare i giusti accorgimenti. Personalmente ho molta stima di Nicola, che ritengo un tecnico molto preparato. Il fatto è che non ha a disposizione una rosa particolarmente qualitativa: a mio parere ci sono quattro-cinque elementi che scendono regolarmente in campo dal primo minuto ma che, in realtà, sarebbero più che altro dei buoni rincalzi. Resta il fatto che finora abbiamo segnato un gol in cinque gare: le alternative a Piccoli e Luvumbo sono Lapadula e Pavoletti. Nicola dovrà provare a far ruotare questi giocatori.

Io sono il primo tifoso del Cagliari, e mi auguro che i rossoblù riescano a vivere una stagione tranquilla. Ho però la sensazione che dovranno soffrire fino alla fine. L’anno scorso Ranieri ha fatto qualcosa di impensabile, grazie anche all’aiuto della società che a gennaio è stata brava a rinforzare l’organico con degli acquisti mirati. Quest’anno mi auguro sinceramente che i risultati inizino ad arrivare prima che riapra il calciomercato. Va detto, a onor del vero, che in certe partite la squadra ha dimostrato di essere viva. Ma è chiaro ed evidente che le manca qualcosa.”

La sensazione è che la qualità in mezzo al campo latiti, e che di conseguenza la costruzione del gioco ne risenta pesantemente. E poi in attacco sembra mancare il bomber principe in grado di andare in doppia cifra e di trascinare i compagni.

“Piccoli e Luvumbo sono due giocatori bravi e di prospettiva. Però non si può iniziare il campionato senza una garanzia assoluta nel reparto offensivo. Senza una punta che ti dia delle certezze. E a centrocampo è chiaro che manca un po’ di qualità. Lo abbiamo visto contro l’Empoli: il Cagliari saltava sistematicamente la mediana cercando dei lanci lunghi per le punte, sui quali i difensori avversari andavano a nozze. Col Napoli avevamo fatto una partita grintosa, cattiva, determinata. Da questo punto di vista nulla da dire. Ma mi era sembrato di tornare ai tempi in cui giocavo con l’Inter: quando affrontavamo una provinciale magari ci mettevano in grande difficoltà, ma poi la gara finiva sempre 3-0 per noi. Questo perché non puoi fare un pressing feroce e correre come un dannato per novanta minuti: è fisiologicamente impossibile. E quando allenti la pressione, fatalmente perdi compattezza. Perciò devi essere bravo a leggere la partita, a capire quando aggredire in avanti e quando, invece, aspettare gli avversari puntando sulle ripartenze.

E poi una cosa che ho notato guardando le partite del Cagliari è che non arriviamo mai sul fondo quando crossiamo. Facciamo puntualmente partire il traversone dalla trequarti avversaria, rendendolo così facilmente leggibile e intercettabile dai difensori. Quelli sono i palloni più agevoli per chi deve difendere: è molto più complicato intervenire sui cross che partono da fondo campo, perché tu difendente stai correndo all’indietro e l’attaccante ha l’occasione di anticiparti.

A ogni modo, vorrei chiudere con una nota di speranza. Ora non dobbiamo farci prendere dalla tentazione di essere disfattisti a tutti i costi: abbiamo già dimostrato che in questa categoria ci possiamo stare. Con la Roma e col Como milionario, che ha investito tanto sul mercato, ce la siamo giocata alla pari. Dobbiamo urgentemente ritrovare compattezza e fiducia in noi stessi.”