PUNTO DI SQUADRA
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di Vittorio Sanna
Abbiamo colto giusto un punto, di quelli che talvolta valgono più della loro stima. Pareggiare con l’Atalanta è un esame di squadra. Anche all’andata l’insieme non era andato male e a far la differenza erano stati i singoli. Stavolta pari e patta. Facile dire che i padroni di casa avevano altri pensieri, ma molto spesso la trappola è proprio pensare ce possa essere più facile del previsto. Nessun calo di attenzione, posizioni azzeccate, strategia difensiva ineccepibile. Infoltito il centrocampo sono state ridotte le linee di passaggio. Si è perso in palleggio ma in compenso si è rischiato molto di meno del solito. Alla fase di difesa aveva pensato anche Gasperini che ha fatto marcare a uomo, a tutto campo Piccoli, colui che poteva fare salire la squadra e tracciare il taglia fuori per gli inserimenti dei laterali. Meccanismo riuscito in un paio di occasioni ma senza mai finalizzare in modo lucido e chiaro. La classica partita in cui vincono le difese e agli attaccanti mancano le idee e le situazioni per essere più forti della tattica.
Un pizzico di sofferenza solo quando il livello di intesa nerazzurro è cresciuto con la coppia Ederson/De Roon. Solo allora, nel finale, c’è stato il timore di subire la beffa, cosa scampata non solo per demerito altrui.
Prendiamo il punto e mettiamolo in classifica. Le concorrenti devono ancora giocare ma la certezza di mantenere un rassicurante vantaggio lo puoi riportare a casa. In un campionato equilibrato come questo è fondamentale non perdere il passo. I progressi ci sono. Sei punti in più rispetto alla scorsa stagione dopo 25 partite, un quarto di crescita. Un punto di media a partita, capace di proiettarti a 38 punti finali ma con un trand di crescita evidente che sembra essere in grado di toccare quota 40. Con il ritorno alla piena forma di Luvumbo e Coman, è un Cagliari che ha le armi per salvarsi senza sofferenza fino all’ultimo secondo. L’importante è crederci, guardare dritto all’obiettivo e continuare a non temere nessuno. Lo spirito della trasferta non è diverso dalle partite in casa. Anche questo fa parte del lavoro svolto. Riconoscerlo è doveroso quanto gli errori che si fanno. Vivendo l’errore come il prossimo obiettivo, risolverlo. La filosofia giusta per raggiungere il prima possibile la difficile salvezza.