GIOCO DI BIMBA

GIOCO DI BIMBA
martedì 28 gennaio 2025, 10:30Il punto
di Vittorio Sanna
Vittorio Sanna, giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari

di Vittorio Sanna

Dondola, dondola come in un’altalena, senza accorgersi dell’ombra furtiva che continua a starle dietro. Il Cagliari cammina sulla sabbia e le sue impronte che talvolta sembrano profonde vengono spazzate costantemente da bassi momenti di condizione. Davide Nicola ha parlato di stanchezza, stanchezza generale, che dovrebbe essere uno dei principali punti di gestione per chi fa calcio. Ma è vero il fatto che i cali di rendimento sono una costante. Proprio perché non sono un caso è necessario andare alla fonte, scoprirne le ragioni e tentare di porre rimedio. Se fosse un problema atletico va gestita meglio la preparazione: nel calcio di oggi ci sono squadre che hanno molti più impegni dei nostri di pari categoria e sono compresi viaggi e migrazioni.

Pagare così a caro prezzo una partita al posto di un allenamento non è assolutamente comprensibile. Eppure è capitato più di una volta. L’esempio della gara interna contro l’Empoli dopo la partita con il Napoli quattro giorni prima parla chiaro. Ma è capitato anche nella gara interna con il Bologna, quattro giorni dopo la gara a Udine, a sua volta vicina meno di sette giorni dalla vittoria interna con il Torino. Le ragioni atletiche potrebbero trovare ragione nella ridotta alternanza di alcuni giocatori, Luperto, Zappa e Piccoli sono i più spremuti.  Ma potrebbe anche trattarsi di un altro tipo di condizione, quella psico emotiva.

Il Cagliari sembra soffrirne non solo da una gara all’altra, ma anche durante la stessa partita. Sono stati numerosi gli avvii di ripresa in cui la squadra ha iniziato con tono decisamente più basso rispetto al primo tempo, quasi una costante. Concentrazione, attenzione, determinazione, carica agonistica sono a loro volta materie che si devono curare. Non sempre tranquillizzare la squadra durante l’intervallo è la strategia giusta. È un discorso individuale, va gestito con attenzione, l’intero staff deve stare sul pezzo per riuscire a non far perdere tono alla squadra. Disciplina e autodisciplina, capacità di stare sul pezzo, testa e cuore e non solo gambe e polmoni.

Tutto ha un rimedio, soprattutto, tutto può essere migliorato e fa parte di un processo di crescita. Anche la fame, la voglia di non mollare un centimetro, quella di rialzarsi e correre anche quando non hai più energia. Guai accettare allargando le braccia in modo fatalistico. I difetti vanno affrontati e risolti. Se non  si vuole finire come nel “Gioco di bimba”, vecchia canzone delle Orme, dove l’ombra furtiva finisce per approfittare dell’ingenuità di chi gioca all’altalena e non si accorge che ormai è arrivata la sera. Accendiamo il lume della ragione e evitiamo il fatalismo. Anche i tifosi sono stanchi ma puntualmente rimangono a sostenere la squadra.