Le gazzelle rossoblù: una situazione pericolosa. Quando si iniziano a fare certi discorsi all’interno c’è da preoccuparsi

di Vittorio Sanna
La storia degli animali che si svegliano nella Savana la conoscono tutti: il leone sa di dover cacciare e quindi, correre, perché è nella sua natura; la gazzella corre solo se è in pericolo. Il Cagliari come la gazzella sembra fermarsi ogni volta che non è in pericolo. Ricerca quasi il pericolo aspettando che arrivi per poter correre, quanto di più pericoloso per la sua sicurezza, per la sua incolumità. Anche a Bologna ha smesso di correre una volta andato al riposo sull’1-0, ma il Bologna era in agguato e si è mangiato la gazzella in pochi minuti. Ora nel suo ritiro medita per la prossima corsa. Anche se non basterà a farlo diventare leone.
Non è il ritiro che potrà trasformare la rosa. È il lavoro sulle gambe e sulla testa, sul cuore dei singoli. Ognuno di loro deve ricordarsi il senso della fame anche quando ha da mangiare, deve vivere il mestiere come una sfida, deve smettere di vivere a pieno il confort perché, per crescere, è necessario mettersi in discussione, saper affrontare la fatica e il disagio. E bisogna migliorare. Chissà se si è approfittato del conclave per fare lavoro individuale, sull’attenzione, sulla concentrazione, sui fondamentali di difesa individuale e di squadra. Come si protegge un pallone, come si marca un avversario, come si protegge la porta. Tutti apparenti dettagli, tutti aspetti che fanno poi la differenza, tanto più sali di categoria.
Venerdì sera arriva il Genoa e stare a fare nomi per la formazione sembra fuori luogo. Vincono sempre gli assenti quando si perde, con loro non sarebbe mai successo, tanto una controprova non c’è. Quando si iniziano a fare certi discorsi all’interno c’è da preoccuparsi. Le gazzelle non stanno solo in campo. Ci sono quelle che si allontanano dalle proprie responsabilità anche dentro. Gazzelle traditrici che aspettano di vestirsi da leoni. Basterà ruggire forte. Ma tutti invece devono lavorare per cambiare atteggiamento. Giocare sempre senza guardare la classifica. Lo si dice ma probabilmente non lo si fa. Non aspettiamo che si sia nuovamente in pericolo. C’è il giorno che il leone ti prende. E allora non ci sarà più spazio né tempo per correre. Bisogna farlo adesso.