ESCLUSIVA TC - TIZIANO DE PATRE: "Il Cagliari aveva le carte in regola per fare qualcosa di più e di meglio. Ma l'apporto di Ranieri è stato determinante. Nicola è l'uomo giusto per crescere: il primo passo dovrà essere la conferma di Jerry Mina"
Al tifoso del Cagliari, quando pensa a una mezzala nel senso più tradizionale del termine – cioè a un uomo capace di dettare legge a centrocampo, rompere il gioco avversario e poi inserirsi con profitto e opportunismo in zona-gol – viene subito in mente il nome di Tiziano De Patre. Mediano abruzzese di quantità e di qualità, ha vestito la maglia rossoblù dal 1997 al 2000, contribuendo in maniera decisiva a una promozione dalla B alla A e a una salvezza ottenuta in panciolle nell’ultracompetitivo campionato 1998-’99, ricco di superstar del calcio nazionale e internazionale.
Tiziano, che considerazioni si possono fare a margine della stagione appena conclusa? Il Cagliari di Ranieri ha deluso, stanti soprattutto le prestazioni negative offerte nella prima parte del campionato, o tutto sommato la salvezza ottenuta alla penultima giornata consente di archiviare con un sorriso l’anno del ritorno in serie A?
“Quando raggiungi la salvezza l’annata è da considerarsi positiva. A un certo punto le cose si erano messe male per il Cagliari. Credo che Claudio Ranieri abbia dato un contributo decisivo ai fini della permanenza in serie A, anche se devo dire che, a mio avviso, con l’organico di cui disponeva la compagine rossoblù avrebbe senz’altro potuto fare qualcosa in più.”
A questo proposito, in cosa avrebbero potuto fare meglio Nandez e compagni? Magari avrebbero potuto prendere meno gol, o segnarne di più?
“Io parlo in generale. La rosa era superiore a quella di diverse altre formazioni che hanno lottato per non retrocedere. Certo, va detto che anche chi è finito in B – penso ad esempio al Sassuolo – in teoria aveva le carte in regola per fare tutto un altro tipo di campionato. I neroverdi sono incappati nella classica annata storta, complice l’infortunio di un uomo chiave come Domenico Berardi. Tornando al Cagliari, credo anche che se alla guida non ci fosse stato Ranieri sarebbe stato più complicato condurre la barca in porto.”
A suo parere il tecnico di Testaccio ha inciso di più dal punto di vista tecnico-tattico, aggiustando spesso in corsa il modulo e l’atteggiamento in campo della squadra, o sotto il profilo del carattere e della personalità?
“Dico che Ranieri è stato determinante soprattutto sotto l’aspetto temperamentale e caratteriale. Ha messo la sua grande esperienza e il suo carisma al servizio del Cagliari. E i ragazzi, a loro volta, gli hanno dato una straordinaria risposta subito dopo le sue ventilate dimissioni in seguito alla sconfitta interna con la Lazio. Poi aggiungo che a gennaio sono arrivati rinforzi importanti, che hanno alzato il tasso agonistico e qualitativo del gruppo. In particolare io ho un debole per Gaetano: un ragazzo di grande talento che, ne sono certo, prima o poi esploderà definitivamente. E mi piacerebbe che questo accadesse proprio in Sardegna: staremo a vedere dove giocherà il prossimo anno.”
A brevissimo dovrebbe arrivare l’ufficializzazione di Davide Nicola sulla panchina rossoblù. È lui l’uomo giusto per compiere quel salto di qualità richiesto a gran voce, a margine dello scorso campionato, dalla tifoseria isolana?
“Secondo me sì. Ha dimostrato di essere un ottimo allenatore: quest’anno ha salvato miracolosamente l’Empoli che, francamente, aveva un organico del tutto normale. Davvero nulla di trascendentale. C’erano molte compagini superiori ai toscani, un paio delle quali alla fine sono andate giù. Quindi grandi meriti a Nicola. Che, tra l’altro, proprio come Ranieri sa creare una notevole empatia col gruppo squadra. Certo, occorrerà allestire una rosa all’altezza di un torneo migliore rispetto a quello passato. Stante la partenza di Dossena, il primo passo dovrà essere quello di confermare Jerry Mina: gli elementi di esperienza sono troppo importanti all’interno di un organico. Bisogna assolutamente cercare di tenerli.”