Palomino a Radiolina: "Durante il ritiro abbiamo parlato della situazione, non era un periodo semplice"
José Luis Palomino è intervenuto ai microfoni di Radiolina durante la trasmissione "Il Cagliari in diretta". Di seguito le sue dichiarazioni: "Quando ero piccolo vendevo giornali, dovevo aiutare mio padre.
Cosa ci siamo detti durante il ritiro? Abbiamo parlato un po' della situazione che stavamo attraversando, non era semplice. Ho detto quello che pensavo e ho dato il mio parere, cosa si poteva fare meglio. Dopo sono state importanti le parole. Quando uno inizia un percorso nuovo, capita un periodo di adattamento.
Non è difficile diventare un leader dello spogliatoio. Ormai sono grande, ho imparato tanto. Se posso aiutare e posso dare il mio parere lo faccio volentieri. Soprattutto in una squadra che ha voglia di fare. Quando uno inizia così poi può capitare che i risultati non arrivino, ma devi continuare a lavorare a crederci.
Ci sono tanti uomini leader in questo Cagliari? Sì, l'ho detto dal primo momento, ho conosciuto Pavoletti, Nico, Luperto. Ci sono tanti ragazzi che vogliono portare avanti questo progetto. Ci abbiniamo bene.
Cagliari? Non me la ero immaginata, però mi piace come città. Quando devo affrontare una sfida, non sto troppo a pensare alla città, vengo qua per giocare. Esco poco.
Come mi hanno convinto? Il presidente aveva parlato l'anno scorso con me, volevo venire ma l'Atalanta non mi aveva lasciato andare. Poi quest'anno c'è stata una nuova possibilità e abbiamo fatto.
Mi sento cattivo? Non però mi dicono sempre che sono un po' strano. Tu mi vedi serio, ma io dentro sono sereno e tranquillo. Forse posso dare l'idea di essere cattivo e permaloso. Ah dicevi in campo? No, non penso. Non mi piace tanto essere cattivo, se non ti riesco a prendere la palla non è che uso altre cose. Alcuni ti parlano o distraggono, ma io no. Sempre mi hanno detto che posso picchiare di più. Mi dicono che sono troppo bravo per giocare. Per esempio, Romero che ha giocato con me andava fortissimo. La mia intenzione è vincere il duello nel modo più pulito possibile. Poi certo, vado forte e cerco di vincere.
A me piace ascoltare la musica, prima suonavo spesso la chitarra ora non tanto. Adesso leggo, mi piacerebbe iniziare a suonare il pianoforte, mentre Lapa lo fa. Poi gli chiedo se mi passa il suo professore. Leggo libri motivazionali, come funziona la mente, l'inconscio e consigli per raggiungere il successo.
Psicologia dello sport? Mi piace perché mi aiuta, non solo a livello calcistico ma anche a livello di vita. Nel tennis si lavora tanto così. Stare bene con la testa è importante. Mi reputano strano perché faccio quello che voglio fare, però mi piace quando mi dicono le cose in modo diretto.
Il mio rapporto con l'Argentina? Vado sempre, quando ci sono le vacanze parto sempre, poi vado a Formentera, a Ibiza o qui in Sardegna.
Zappa e Augello hanno un bel rapporto, li vedo proprio amici. Anche nel calcio ci sono rapporti che possono durare a lungo.
Genoa? Loro hanno una situazione da sistemare il più velocemente possibile. Noi siamo una squadra in crescita, abbiamo trovato una grande squadra (il Milan) in casa nostra, abbiamo pareggiato e volevamo vincere, ma portare un punto a casa non è male. A Genova troveremo un ambiente pesante, ma noi pensiamo a noi. Stiamo lavorando da una settimana, speriamo che tutti ci svegliamo bene per fare una bella prestazione.
All'inizio sentivo che giocavamo bene, ma per me potevamo fare sempre di più. Quest'ultima partita mi è piaciuta, è vero che abbiamo preso 3 gol, ma difensivamente possiamo migliorare sempre. Abbiamo fatto anche 3 gol e abbiamo creato contro una squadra importante. Ci è servito per misurarci e per crederci perché possiamo fare bene. E' una squadra che deve liberarsi, trovare il modo di liberarsi per poter esprimere la potenzialità che ha.
La sosta aiuta? Dipende. Da come si vedono le cose, per me non cambia niente. Forse un po' un bene, così lavoriamo.
Quando troviamo un ambiente come quello che ci sarà a Genova la partita si carica da solo. Noi andiamo a fare la nostra partita, se vorranno prendere i tre punti, dovranno lavorare.
Dopo il calcio? Ho visto un'intervista di Chiellini e lui studiava mentre giocava e forse continua a studiare. Io non so se studierò, ma mi preparerò per il post-calcio. Sì studierò, non come si intende "studiare", ma studierò.
Io sono arrivato con l'ambizione più alta della salvezza, però è vero anche che per avere più ambizione c'è bisogno di avere anni di lavoro. Io cerco di fare la mia parte. La prima cosa è fare bene in campo e prendere fiducia, poi i risultati aiutano. La nostra parte è fare un buon campionato.
Sogno? Calcisticamente sogno di tornare in nazionale.