ESCLUSIVA TC - RENATO COPPARONI: "Fondamentale chiudere l'affare-Nicola. Sul mercato la priorità è un centrocampista di quantità in grado di sostituire Nandez, che ha fatto un gran campionato. Lotteremo sempre per salvarci, spero con meno fatica"
Portiere del Cagliari “fatto in casa” (è originario di San Gavino Monreale) negli anni Settanta, è stato il primo estremo difensore italiano a parare un calcio di rigore a Diego Armando Maradona (anche se all’epoca non vestiva più la maglia rossoblù).
Renato Copparoni oggi è un appassionato sostenitore della squadra del suo cuore e della sua terra, oltre che un attento osservatore e analista di tutto ciò che avviene in serie A e, in particolare, in riva al Poetto.
Renato, in attesa di ufficializzare l’ingaggio del nuovo tecnico, Davide Nicola, il mercato del Cagliari non è ancora decollato. A suo avviso in quali reparti è più urgente intervenire per rafforzare significativamente la squadra in vista della prossima stagione?
“Se come centrali difensivi dovessero restare Mina e Dossena, da quel punto di vista saremmo a posto. Credo sia necessario acquistare almeno un esterno destro difensivo, dal momento che Zappa alterna buone prestazioni a performance un po’ meno convincenti. Ma la vera priorità, a mio avviso, è integrare il centrocampo con un elemento di quantità: Nandez l’anno scorso ha fatto un gran campionato, e anche se sul versante realizzativo non è stato molto incisivo la sua presenza in campo l’ha fatta sentire eccome.
Poi mi concentrerei sull’attacco: l’unica punta certa di far parte della rosa rossoblù per la prossima stagione è, di fatto, Pavoletti. Naturalmente, però, la priorità assoluta è definire una volta per tutte la questione-allenatore. È imprescindibile avere la certezza che Davide Nicola sia il nuovo mister del Cagliari… a meno che, all’atto pratico, manchi soltanto l’ufficializzazione e il tecnico piemontese stia già lavorando da tempo a braccetto col DS Bonato per costruire la squadra che verrà. Mi auguro, sinceramente, che le cose stiano così.”
A centrocampo lei non prenderebbe anche un elemento di qualità, oltre che un incontrista in grado di sostituire Nandez? Il Cagliari, l’anno scorso, ha palesato parecchi problemi soprattutto in fase di costruzione del gioco…
“Un centrocampista qualitativo è certamente indispensabile, ma affiancato da un interditore che sappia ‘fare legna’ e recuperare palloni. Allo stato attuale, infatti, non abbiamo un secondo Nandez in rosa: Deiola non ha esattamente quelle caratteristiche, Viola è uno che gioca di fioretto e non di sciabola, Makoumbou è un mediano che - pur dovendo assolutamente migliorare nella gestione della palla - può dettare i tempi di gioco alla squadra. Insomma, intervenire in quel ruolo è importantissimo.
In definitiva, al Cagliari servono tre-quattro innesti - in tutti e tre i reparti - per crescere e per presentarsi ai nastri di partenza del prossimo campionato con un organico realmente rinforzato.”
Qual è la sua idea su Davide Nicola? Secondo lei può essere l’uomo giusto per rilanciare le ambizioni rossoblù?
“Nicola è un buon allenatore. Punta molto sulla sua capacità di motivare e spronare il gruppo: lo certificano le salvezze in serie che ha ottenuto, a volte anche in modo piuttosto rocambolesco, negli ultimi anni. Speriamo che riesca a sostituire degnamente Claudio Ranieri, il quale ha fatto una scelta comprensibile e condivisibile decidendo di lasciare un buon ricordo di sé ai tifosi del Cagliari e alla Sardegna tutta; magari se il tecnico romano fosse rimasto un altro anno e se poi le cose fossero andate male… beh, la sua meravigliosa storia sulla panchina rossoblù sarebbe stata, per così dire, ‘macchiata’ da un insuccesso. E sarebbe stato un peccato.
Nicola raccoglierà un’eredità pesante. Dovrà puntare a partire in quarta e a fare risultati fin dalle primissime giornate. Innanzitutto per scrollarsi di dosso l’ombra ingombrante di Claudio.”
In definitiva, cosa dobbiamo attenderci per la prossima stagione?
“Lotteremo sempre per salvarci. Personalmente mi auguro di vivere un campionato meno sofferto rispetto a quello appena trascorso. Sappiamo che la società non può permettersi grandi investimenti. La speranza è sempre quella di sovvertire il pronostico e, magari, di affermarci come la squadra rivelazione della prossima serie A.”