Sanna: "Caso Lucca pessimo esempio per chi si approccia al calcio"

Tramite un video postato sul proprio canale Youtube, il giornalista Vittorio Sanna è tornato sul "caso" del rigore calciato da Lorenzo Lucca in Lecce-Udinese dello scorso turno di campionato. Le sue parole, sintetizzate da TuttoCagliari.net:
"Vorrei tornare sul caso Lucca, il calciatore dell'Udinese che ha battuto il rigore contro l'opinione di tutta la squadra, considerando che non era lui il rigorista designato. Vorrei affrontare la questione da un punto di vista educativo, perché credo che alla base di tutto ci sia una cattiva educazione allo sport di squadra.
Perché dico questo? Indipendentemente dal fatto che potesse essere utile o meno che Lucca tirasse il rigore dopo gli errori dei compagni, qui si tratta di un principio fondamentale per chi si approccia allo sport e che dovrebbe essere insegnato ai bambini fin da piccoli: si gioca per una squadra.
Il calciatore è un moltiplicatore, non un addendo. Non gioca semplicemente sommando il proprio rendimento a quello degli altri, ma deve contribuire al collettivo mettendosi a disposizione della squadra, e non viceversa. Bisogna insegnare fin da subito che la squadra ha bisogno del contributo di tutti, e che ognuno deve fare la propria parte rispettando le dinamiche del gruppo.
Questo è un concetto fondamentale per ridurre il protagonismo individuale e la concorrenza interna, favorendo uno spirito di collaborazione. Se all'interno di una squadra qualcuno cerca di primeggiare a tutti i costi, si crea divisione anziché moltiplicazione. Al contrario, quando 11 giocatori giocano per il compagno e non solo per sé stessi, il rendimento del singolo si amplifica e non si limita a essere semplicemente sommato a quello degli altri. È questa la differenza tra una squadra organizzata, che sa aiutarsi, e una squadra che si affida solo alle individualità, per quanto eccellenti esse siano. Quando si affronta un avversario ben organizzato, chi gioca solo sulle proprie capacità individuali finisce sistematicamente in difficoltà.
Questi sono concetti di base per educare allo sport. Il protagonismo assoluto, il desiderio di vincere solo per sé stessi e non per il gruppo, non si addice a chi fa parte di una squadra. Il caso di Lucca è emblematico: è il classico esempio di un talento che da ragazzino era probabilmente l’assoluto protagonista e che, crescendo, non è riuscito a smantellare quella mentalità.
Questo è un pessimo esempio per chi si approccia al calcio. Lo sport di squadra si basa sulla sinergia e sul rispetto delle regole condivise. Quando si fa parte di un gruppo, esistono regole ferree che devono essere rispettate indipendentemente dall’utilità o dall’efficacia della scelta di uno o dell’altro. Queste regole sono la base dell’accordo che tiene in piedi una squadra e le permette di funzionare come un’unità".