UN MIRTO CON... LUCIO BERNARDINI
Un capitano – e regista – come lui farebbe molto comodo anche al Cagliari attuale. Visione di gioco, tecnica sopraffina, acume tattico e vizio del gol: abile tanto nella rifinitura quanto nella finalizzazione, Lucio Bernardini è stato uno dei “fedelissimi” di Claudio Ranieri nella memorabile cavalcata che ha portato i rossoblù dalla serie C alla serie A al tramonto degli anni Ottanta.
Lucio, l’undici di Ranieri sembra avere definitivamente svoltato. Come giudica le ultime prestazioni di Dossena e compagni, che hanno raccolto punti insperati contro autentiche corazzate del calcio italiano?
“Mi sembra che la squadra abbia trovato degli equilibri molto validi. E, soprattutto, adesso crede nelle proprie capacità, tanto che si gioca la partita al cento per cento, senza remore, anche contro avversari più blasonati. Tra l’altro ora prende meno gol: ha acquisito una solidità difensiva superiore rispetto al girone d’andata. E si butta su ogni pallone come se fosse quello decisivo: è questo lo spirito giusto per arrivare alla salvezza. E la linea del traguardo è sempre più vicina.”
Lei conosce bene Claudio Ranieri: a suo avviso come è riuscito a cambiare il Cagliari a livello mentale? Nel girone d’andata la squadra sembrava sovente intimidita e tremebonda davanti a qualsiasi avversario; completamente diverso è invece l’atteggiamento che la contraddistingue adesso.
“Innanzitutto il mister ha aiutato i ragazzi a non farsi sopraffare dal nervosismo per via dei risultati che non arrivavano. Poi ha avvicinato tantissimo la tifoseria della squadra: altra mossa vincente e fondamentale. E non dimenticherei il gesto delle dimissioni presentate dopo la sconfitta con la Lazio: un modo per mettere i giocatori davanti alle loro responsabilità, motivandoli così a trovare dentro di sé la forza per reagire al momento di estrema difficoltà che tutto il Cagliari attraversava.
Altra cosa: Ranieri è stato abile a non accantonare nessun elemento della rosa, rendendo tutti partecipi a turno – a seconda del momento e delle partite che si andava a disputare – della rincorsa salvezza. Non a caso, i calciatori subentrati spesso e volentieri hanno levato le castagne dal fuoco.”
Secondo lei il tecnico di Testaccio a fine campionato – auspicando il raggiungimento dell’agognata salvezza – avrà voglia di restare un altro anno per provare ad alzare l’asticella delle ambizioni o preferirà salutare definitivamente Cagliari lasciando in dote la serie A?
“Credo che Claudio sia combattuto: da una parte forse vorrebbe chiudere il suo ciclo in Sardegna con una salvezza preziosa e prestigiosa, anche per dedicarsi un po’ di più alla famiglia. Per contro, conoscendo il mister so bene che in lui arde la fiamma della passione calcistica: Ranieri ama mettersi in gioco e puntare sempre più in alto. Francamente, specie dopo le ultime brillanti prestazioni della squadra, non sono così convinto che deciderà di fermarsi… Quando poi non solo il gruppo dei calciatori, ma tutto l’ambiente ti trasmette grande fiducia e ti fa sentire apprezzato non tanto a parole ma con i fatti, beh la soddisfazione professionale – unita all’orgoglio umano – è enorme. E questo potrebbe far pendere la bilancia in direzione del prosieguo dell’entusiasmante avventura cagliaritana.”