UN MIRTO CON... FABRIZIO PROVITALI

UN MIRTO CON... FABRIZIO PROVITALI
sabato 9 dicembre 2023, 00:49Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Due anni per scolpire il suo nome nella memoria dei tifosi cagliaritani.

Dopo oltre trent'anni Fabrizio Provitali suona ancora, per i supporter rossoblù, come una formuletta magica. Ed è sinonimo di trionfo e apoteosi. Dal 1988 al 1990 il centravanti romano conquistò due promozioni consecutive, dalla C alla A, e una Coppa Italia di serie C, contribuendo in maniera determinante al raggiungimento di tutti questi traguardi. Rimane il rammarico, per Provitali, di aver appena sfiorato la serie A in maglia isolana: giusto uno spezzone di partita al debutto della stagione 1990-’91 con l’Inter e poi, a malincuore, l’addio alla Sardegna e il trasferimento al Vicenza.

Eppure ancora oggi il bomber laziale si esprime in prima persona plurale quando parla del Cagliari. Un “noi” decisamente emblematico e significativo.

Fabrizio, che impressione le ha lasciato la prestazione dei rossoblù nella gara di sabato scorso con la Lazio? Anche in dieci contro undici hanno tenuto botta, ma alla fine sono tornati ancora una volta a casa a mani vuote.

“Bisogna dire che siamo riusciti a rimanere sempre in partita. Certo, abbiamo rischiato un paio di volte di prendere il secondo gol, ma alla fine il colpo di testa di Pavoletti sembrava inesorabilmente destinato in porta: Provedel ha fatto una parata sensazionale. Finché mantieni un solo gol di distanza dagli avversari hai sempre la possibilità di riacciuffare la parità. Purtroppo a Roma è andata male, ma la speranza è quella di fare tre punti lunedì contro il Sassuolo: la classifica è corta, e magari con un paio di vittorie consecutive potremo scalare diverse posizioni.”  

Ranieri all’Olimpico ha tentato il tutto per tutto negli ultimi cinque minuti, schierando contemporaneamente quattro uomini d’attacco. A suo avviso l’assalto finale sarebbe potuto partire anche una decina di minuti prima o, al contrario, ha fatto bene il tecnico di Testaccio a giocarsi il jolly proprio al fotofinish?

“Il mister nella sua carriera ne ha viste di tutti i colori. Questa volta ha deciso così, e la scelta di aspettare proprio gli ultimissimi minuti per gettarsi a capofitto nella trequarti laziale stava per fruttare l’1-1. Anche un punto sarebbe stato importante, perché avrebbe mosso la classifica e contribuito ad alzare il morale del gruppo. Ma io devo dire che nelle ultime partite ho sempre visto il Cagliari vendere cara la pelle e giocare con il cuore.”

Il Cagliari è l’unica compagine della serie A che, fino a questo momento, ha totalizzato zero punti contro le cosiddette “grandi”. Secondo lei è un problema di mentalità – cioè in certe gare la squadra parte già sconfitta e non trova la forza per provare fino alla fine a strappare almeno un pareggio – o questa combinazione di risultati è frutto esclusivamente del caso?

“Io credo che, tutto sommato, si tratti di una casualità. Certo, è inutile nascondere che tra il Cagliari e le prime quattro-cinque della classe c’è un notevole divario tecnico. Ma sono certo che prima o poi, fosse anche solo per la legge dei grandi numeri, arriverà una vittoria contro un avversario blasonato che spezzerà l’incantesimo. Dopo aver infranto il tabù, la squadra affronterà le altre big con una rinnovata consapevolezza; magari arriverà a un punto in cui le sarà perfino più facile incontrare le formazioni più attrezzate rispetto alle dirette concorrenti per la permanenza in serie A, che giocheranno sempre col coltello tra i denti e col dente avvelenato.

Occorre anche ricordare che i rossoblù contavano tanti debuttanti in serie A all’inizio del campionato: non è facile trovarsi di fronte fior di campioni di spessore internazionale e mettergli subito la museruola. Un periodo di ambientamento era fisiologico. Ora sono trascorse parecchie partite e moltissime ne rimangono da disputare. Io auguro di cuore al Cagliari di raddrizzare la classifica e di raggiungere il suo obiettivo. D’altro canto Ranieri ha detto che i suoi, se si salveranno, lo faranno all’ultimo minuto dell’ultima giornata. E così spero che accada: è troppo importante per gli isolani conservare il patrimonio della serie A.”

Fabrizio, guardiamo avanti: lunedì all’Unipol Domus arriva il Sassuolo di Dionisi. Si tratta di una gara da vincere a tutti i costi, anche alla luce delle assenze pesanti in casa neroverde: prima fra tutte quella di Domenico Berardi.

“In effetti Berardi è un elemento davvero troppo importante per il Sassuolo. Poi si giocherà in casa, e io confido tantissimo nella passione e nel calore del pubblico sardo, che sa veramente trasformare lo stadio di Cagliari in un catino infernale. Ranieri sa che è una partita da vincere e basta, con le buone o con le cattive. In questo momento, sinceramente, preferirei meno brillantezza di gioco, meno prestazioni convincenti e più punti. La squadra ha bisogno di risultati positivi, anche per trascorrere un Natale sereno e per proiettarsi con fiducia verso il nuovo anno.”