ESCLUSIVA TC - ROBERTO CORTI: "Il Cagliari mi sembra meno coeso e compatto rispetto alle dirette concorrenti. Mancano precisione e freddezza sotto porta, e anche la difesa senza Mina soffre troppo. Bisogna ritrovare continuità di rendimento"
Roberto Corti, ex portiere del Cagliari (tra i pali rappresentava una garanzia per affidabilità e continuità di rendimento), ha le idee ben chiare su quelli che sono i difetti della formazione rossoblù, a suo giudizio “meno unita e compatta di altre squadre che lottano per la salvezza”.
Roberto, domattina si va a Monza con l’obbligo tassativo di fare risultato, pena la discesa negli inferi del fondo classifica. Che ne pensa del rendimento a dir poco altalenante dell’undici allenato da Davide Nicola?
“Intanto la sfida col Monza sarà importante ma non determinante, dato che mancano ancora venti giornate alla chiusura del campionato. Sarebbe comunque il caso di portare via dalla Brianza almeno un punto, dopo i buoni risultati ottenuti dal Como e dal Verona nello scorso turno e dopo il pareggio di questo pomeriggio tra Venezia ed Empoli. Il cammino del Cagliari fino a oggi è stato molto discontinuo: la squadra ha disputato alcune ottime gare e subito dopo si è persa, inanellando tre o quattro sconfitte consecutive. In particolare il ko di Venezia è stato davvero grave e clamoroso.
Insomma, troppi alti e bassi. In serie A non te li puoi permettere: poi fai in fretta a ritrovarti in serie B. Inoltre, perdendo tutti questi punti finisci per dare coraggio alle dirette concorrenti, che ti raggiungono e magari ti sorpassano in classifica.”
Tecnicamente e tatticamente qual è il problema principale del Cagliari? Sul banco degli imputati ci sono sia una fase offensiva sterile ed evanescente che una fase difensiva approssimativa e deficitaria…
“Personalmente non vedo un gruppo unito e compatto su tutti i fronti. Là davanti si fa una fatica enorme a concludere in porta e, ancora di più, a far gol: in casa con l’Atalanta i rossoblù hanno avuto tante occasioni eclatanti e non sono stati capaci di segnare. Se al posto di Piccoli e di Zortea ci fossero stati Piras, Virdis o Selvaggi avrebbero fatto almeno tre gol, grazie alla furbizia e all’opportunismo che li contraddistinguevano. Carnesecchi, intendiamoci, ha compiuto delle grandi parate, ma gli attaccanti del Cagliari gli hanno per lo più sparato il pallone addosso da una manciata di metri.
Manca freddezza davanti alla porta: una dote essenziale per un attaccante di razza. E poi naturalmente anche in difesa c’è più di qualcosa da rivedere. Se esce Yerry Mina sono dolori: si è visto chiaramente contro l’Inter. Il colombiano è una forza della natura e rappresenta la guida, il leader indiscusso del reparto. Quanto al centrocampo, mi sembra che gli interpreti cambino puntualmente ogni domenica: a volte gioca Marin, a volte Makoumbou, altre volte ancora Adopo: così i calciatori non riescono a trovare continuità e a consolidare il loro status di titolari.
Ad esempio l’Empoli è una formazione coesa e compatta, che gioca in maniera armoniosa e organizzata. I calciatori si aiutano e si coprono a vicenda, raddoppiano sistematicamente le marcature, si muovono in sincronia… Per carità, non è mia intenzione criticare la gestione di mister Davide Nicola, ma in questo momento il Cagliari non gira e occorre apportare dei correttivi. A partire dalla gara di Monza, che spero possa portare in dote una prestazione convincente e, soprattutto, i punti necessari per continuare a inseguire la salvezza.”