ESCLUSIVA TC - RENATO COPPARONI: "Col Genoa ho visto troppi lanci lunghi, soprattutto quando in campo là davanti c'era il solo Piccoli. Forse Nicola ha preparato così la partita perché aveva notato che il Grifone soffriva le palle alte, ma..."

L’ex portiere del Cagliari Renato Copparoni, intervistato da Tuttocagliari.net, prova ad analizzare le ultime prestazioni dei rossoblù, che a suo giudizio devono trovare maggiore continuità di rendimento nei novanta minuti e, soprattutto, variare le proprie trame di gioco.
Renato, come giudica la partita disputata dai ragazzi di Davide Nicola venerdì scorso contro il Genoa?
“È stata una partita dai due volti. Abbiamo approcciato il primo tempo alla grande, e a mio parere avremmo meritato di segnare anche qualche gol in più. Però poi nella ripresa siamo sensibilmente calati: non capisco perché ultimamente incassiamo spesso gol all’inizio dei secondi quarantacinque minuti di gioco. Evidentemente c’è qualcosa che non funziona all’interno dello spogliatoio durante l’intervallo tra primo e secondo tempo. Non credo che la squadra abbia preso sottogamba la partita, che d’altra parte fino a quel momento aveva praticamente dominato. Ma sta di fatto che abbiamo beccato immediatamente gol al rientro dagli spogliatoi, proprio come era successo a Bologna.”
Il Cagliari, specie dopo il pareggio del Genoa, ha sistematicamente cercato di scavalcare il centrocampo con lanci lunghi indirizzati verso Piccoli e – dopo il suo ingresso in campo – Pavoletti. Ma questa soluzione tattica, come (quasi) sempre, non ha pagato.
“Il fatto è che tu puoi anche fare ogni tanto dei lanci lunghi, ma noi per gran parte del match col Genoa avevamo in campo una sola punta: imbeccando costantemente Piccoli con questi palloni alti scagliati dalle retrovie lo sfiancavamo e lo costringevamo a fare un lavoro massacrante. Certo, poi è stato inserito anche Pavoletti, ma la gara in quel momento era già parzialmente compromessa.
Devo dire che non mi è piaciuto Makoumbou: lui è un giocatore che solitamente apprezzo, perché lo ritengo molto valido dal punto di vista tecnico. Però l’altro ieri si è sempre limitato al compitino, al minimo indispensabile; un elemento come lui, che giostra davanti alla difesa, deve anche assumersi delle responsabilità, prendere l’iniziativa. Insomma, deve incidere nella partita. Invece non ha espresso il suo potenziale.”
Secondo lei il Cagliari salta continuamente il centrocampo perché mancano gli uomini per concepire un calcio fatto di passaggi rasoterra e azioni manovrate o perché Nicola imposta proprio in questo modo le partite?
“In effetti col Grifone non abbiamo mai cercato il dialogo e il fraseggio corto. Evidentemente Nicola, studiando le partite del Genoa, ha notato che i liguri andavano in difficoltà se attaccati con palle alte e, di conseguenza, ha impostato il match in questo modo. Comunque mi è sembrata un’anomalia rispetto al recente passato, perché quest’anno - a memoria - non avevo mai visto il Cagliari ricorrere così sistematicamente a questo tipo di giocata. Ripeto, Nicola avrà fatto questa scelta scientemente, anche perché nel corso della sfida non ha mai chiesto ai suoi giocatori di limitare i lanci lunghi, ma francamente non si può giocare sempre in questo modo. Anche perché finisci per consegnare il pallone ai difensori avversari: raramente Piccoli riusciva a spuntarla di testa sui centrali liguri. Magari il tecnico ha ritenuto che fosse il caso di scavalcare la mediana perché riteneva molto forte e robusto il centrocampo del Genoa.
Tra l’altro nel primo tempo accompagnavamo l’azione offensiva con tutta la squadra, mentre nella ripresa - quando eravamo più stanchi e meno freschi sotto l’aspetto atletico - i centrocampisti non salivano a sostegno degli attaccanti. E infatti non abbiamo creato nessuna azione pericolosa. In definitiva, non si può impostare l’intera gara con questa strategia di gioco.”
Veniamo al prossimo appuntamento di campionato: domenica pomeriggio i rossoblù faranno visita alla Roma del grande ex Claudio Ranieri.
“Sarà una gara difficile da tutti i punti di vista. In primis sotto l’aspetto emotivo. Però la presenza in panchina di Ranieri dovrebbe rappresentare uno sprone, uno stimolo in più per i nostri ragazzi. Senza considerare che un match come quello contro la Roma, in uno stadio così importante, già di per sé fornisce grandi motivazioni. E dovremo scendere in campo con la volontà di giocarci le nostre carte a viso aperto, con coraggio e senza paura.”