Esclusive TC

Brunetti (Cronache di Spogliatoio): "Sorpreso dall'approccio del Cagliari contro la Fiorentina. Nicola trasmette fiducia ai giocatori in modo credibile"

Brunetti (Cronache di Spogliatoio): "Sorpreso dall'approccio del Cagliari contro la Fiorentina. Nicola trasmette fiducia ai giocatori in modo credibile"
Oggi alle 14:00Primo piano
di Paola Pascalis

Giacomo Brunetti, caporedattore di Cronache di Spogliatoio, è intervenuto ai microfoni di TuttoCagliari.net per analizzare il momento del Cagliari e fare il punto sulla lotta salvezza che vede 6 squadre raccolte in appena 7 punti.

Un commento sulla partita di ieri: il Cagliari ha perso dopo essere passato in vantaggio in una partita nella quale la Fiorentina ha dominato a centrocampo. Tu che lettura dai a questa gara?

"In realtà ha sorpreso in positivo l'approccio che ha avuto il Cagliari perché, al di là poi del gol iniziale, ha praticamente rischiato di chiuderla e probabilmente avrebbe anche veramente messo la parola fine alla gara se avesse concretizzato le occasioni del primo tempo. Il Cagliari ha sofferto un po’ il tandem Gudmundsson-Beltran che è un tandem leggero. C’è da dire che adesso il centrocampo della Fiorentina, specialmente con il rientro di Mandragora dall'infortunio, è veramente a un livello alto anche di intensità e probabilmente quella è stata un po’ la nota: la presenza di Mandragora fa molto la differenza. Io comunque sono molto curioso, ad esempio, di vedere Prati anche se ieri ha faticato. Per come ha iniziato il Cagliari pensavo che avrebbe potuto chiudere prima la partita perché solitamente la Fiorentina quando subisce gol va un po’ in difficoltà, subisce molto il contraccolpo. Probabilmente una cosa che manca al Cagliari in questo momento può essere l'apporto di ragazzi come Zortea o Zappa che magari hanno chiaramente over performato in alcuni momenti della stagione e che ora hanno un calo fisiologico per tutti i calciatori".

Il Cagliari sembra aver sofferto di più nel momento in cui Mina è stato costretto al cambio. Secondo te c'è stato un episodio in particolare che può aver spostato l'inerzia della gara?

"La presenza di Mina, al di là poi di quello che è l'aspetto tecnico perché comunque è un difensore un po’ atipico quasi per il calcio di oggi, è però come un fattore. In una sfida come questa, è giusto sottolineare i meriti di un allenatore come Palladino che, sebbene abbia a volte faticato in alcune gestioni, dal punto di vista tattico è veramente molto bravo e ha saputo proprio rileggere la partita al contrario. Sicuramente i cambi fanno la differenza, però ci vedo del merito del tecnico. Il secondo tempo è stato da parte del Cagliari molto più in sordina rispetto al primo tempo".

Il Cagliari subisce spesso gol nei primi minuti della ripresa. Come si gestisce questo aspetto?

"Da questo punto di vista, quando parlano i numeri ci sono dati oggettivi. Credo che resti un po’ di nervosismo: la tenuta mentale è sicuramente un fattore, specialmente quando lotti per la salvezza. Probabilmente la squadra subisce scossoni a livello psicologico perché manca un leader come qualche anno fa: allora c’era Barella, che anche se era un ragazzino aveva accanto giocatori esperti come Cigarini. Oggi la rosa sembra meno pronta sotto questo aspetto. Ho conosciuto bene Nicola. L’ho intervistato lo scorso anno, dopo la salvezza con l’Empoli, nei giorni precedenti al suo arrivo a Cagliari. Abbiamo parlato due ore di calcio in un hotel di Milano: mi ha colpito quanto avesse da dire, oltre all’etichetta di “mago delle salvezze”. Quest’anno, a Cagliari, sta lavorando per raggiungere l’obiettivo che gli è stato chiesto. Umanamente è molto disponibile e trasmette fiducia ai giocatori in modo credibile. Non è un santone, ma un tecnico concreto che fa della motivazione un punto di forza.  Questo approccio arriva ai calciatori: puoi usare tutte le metafore che vuoi, ma se non sei credibile in campo, i giocatori non ti seguono. Nicola può permettersi di essere un grande stimolatore perché è forte sul piano tecnico. La scelta di andare a Cagliari, lasciando l’Empoli salvo, dimostra che non vuole essere solo il salvatore della patria: ha un progetto da proporre. Nessuno gli chiede di portare il Cagliari in Conference League, ma questa ambizione può fare la differenza".

Nicola è arrivato a Cagliari al posto di un maestro di calcio come Claudio Ranieri che in Sardegna è amatissimo. Come giudichi la stagione del Cagliari e quanto del carattere di Nicola rivedi nella squadra?

"Ero a Bari il il giorno della finale playoff ed è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Il silenzio che ho sentito al gol di Pavoletti… io, tra l'altro, sono corso sotto il settore occupato dai tifosi del Cagliari e ho fatto il famoso video in cui Ranieri chiede ai tifosi di non prendersela con gli avversari. Sicuramente, sostituire un allenatore come Ranieri, raccogliendo un’identità così forte, non è facile. Dall’altra parte, la cosa che penso è che in Nicola si riveda tanto la mentalità. Quest’anno abbiamo visto quanto sia difficile salvarsi: la quota salvezza si è abbassata, tante squadre stanno facendo male, non perché siano scarse, ma perché c’è tanta competizione. Non è facile fare punti e lui, alla fine, ci è sempre riuscito. Secondo me, la grande mentalità che ha dato a una rosa che, sicuramente, è superiore a quelle di altre squadre che lottano per salvarsi è stata determinante. Il merito, secondo me, è di aver tenuto la barra dritta. Anche nei momenti difficili, il Cagliari non l’ha mai persa".

Cagliari che lunedì sera andrà a Verona ospite dell'Hellas che ha due punti in più del Cagliari e senza Piccoli squalificato. Che tipo di approccio ti aspetti e come pensi che Nicola possa sopperire all'assenza del suo capocannoniere?

"Io sono un grande fan di Piccoli e sono contento che, dopo lo scorso anno, in cui non aveva trovato tanta continuità, sia riuscito finalmente a sbloccarsi. Quest’anno sta facendo un campionato veramente importante. Per quanto riguarda la partita di Verona, l’assenza di Piccoli è un tema importante, ma credo che Nicola sia un allenatore in grado di giocarsela in vari modi. Pavoletti non gioca da tanto tempo, ma ha saputo essere incisivo quando meno ce lo aspettavamo e questo è importante. Poi il Cagliari ha la fortuna di avere tanti calciatori tecnici, come Prati, Marin, Viola e Gaetano, e Nicola può trovare diverse soluzioni".

Lotta salvezza: chi sono le favorite per rimanere in A?

"Secondo me, la lotta si riduce a quelle sotto il Cagliari. Ovviamente, bisogna capire come andrà a finire la sfida tra Cagliari e Verona, con cui, in caso di vittoria, il Cagliari potrebbe chiudere ogni discorso. In questo momento, vedo più in difficoltà Lecce ed Empoli. Il Venezia fa un bel gioco, mentre il Monza ha praticamente mollato la presa. Fa specie la difficoltà dell’Empoli, che io spero si salvi perché hanno un bel progetto e un’identità, che nel calcio sono molto importanti. Comunque, secondo me, la quota salvezza sarà veramente molto bassa, probabilmente una delle più basse di sempre".

Il Cagliari Primavera ha vinto recentemente la Coppa Italia con Fabio Pisacane in panchina che ha saputo valorizzare al meglio il lavoro fatto in questi anni dal settore giovanile. Come valuti il suo operato e quanto è importante nella carriera di un giovane calciatore raggiungere questi traguardi?

Pisacane è un allenatore molto preparato, che ha fatto tantissima formazione dopo aver smesso di giocare. Quello che mi ha colpito è sempre stato il suo grande legame con il Cagliari che lui sente molto. Penso che per i ragazzi sia come un padre e che questo emerga chiaramente dalla squadra. Mi riferisco, ad esempio, al fatto che abbiano vinto in campionato contro la Juventus, dopo aver festeggiato la vittoria della Coppa Italia. Parlando con Carta, il direttore sportivo del settore giovanile del Cagliari, mi ha colpito molto il fatto che, nel lavoro del settore giovanile rossoblù, ho rivisto il modello Bilbao, pur con le dovute differenze, visto che quel contesto è particolare. Tuttavia, il fatto che si cerchi di trasmettere valori come l'appartenenza ai giovani è molto importante. Pisacane è sicuramente destinato a diventare allenatore anche tra i grandi, ma secondo me, per un ragazzo, trovarselo in questa fase della carriera è una fortuna, non solo come allenatore, ma anche come persona.

Quest’anno trasmetterete, per il secondo anno di fila, la finale di Coppa del Re tra Barcellona e Real Madrid sul canale YouTube di Cronache di Spogliatoio. Vorrei chiederti un pronostico di questa sfida tra un Real Madrid fresco di eliminazione dalla Champions League e un Barcellona che, invece, affronterà l’Inter.

"Siamo in parte custodi del destino dell’Inter, nel senso che i tifosi nerazzurri che vogliono scoprire il Barcellona, prossimo avversario in Champions, possono farlo seguendo sabato sera una gara che forse in questo momento storico è la partita con più fascino dal punto di vista tecnico che verrà commentata da Marco Cattaneo e da Federico Balzaretti. E’ una partita incredibile, dove veramente si tornano a sfidare una squadra come il Real che può essere anche incattivita nel dover cercare un trofeo che potrebbe essere l'ultimo per Ancelotti, e dall'altra parte un Barcellona che è tornato ad avere come potenza di fuoco la cantera. E’ un qualcosa che ci riporta anche a una decina di anni fa, quando si sfidavano due geologie contrapposte e questo è il vero fascino di questa partita, al di là del fatto che parliamo di due squadroni fortissimi che hanno proprio due ideologie contrapposte di fare calcio e che però alla fine una non esclude l'altra".

La Redazione di TuttoCagliari ringrazia Giacomo Brunetti per la disponibilità.