Grosso ricorda l'aggressione a Marsiglia: "Ho capito cosa significa rischiare di morire"

Nel corso dell’intervista rilasciata a La Repubblica il tecnico del Sassuolo Fabio Grosso ha parlato, oltre che dell’attualità e del futuro, anche di un brutto episodio del passato: ovvero di quando venne colpito da una bottiglia lanciata dai tifosi del Marsiglia ai tempi in cui allenava il Lione con la sua foto sanguinante che fece il giro del mondo e lo costrinse a lasciare temporaneamente la panchina del club che in seguito - dopo appena cinque punti in sette gare e l'ultimo posto in Ligue 1 - lo sollevò dall'incarico effettuando il secondo esonero di quella stagione dopo l'avvicendamento fra Laurent Blanc e appunto l'italiano. “I tifosi del Marsiglia hanno tirato una bottiglia contro il nostro autobus proprio mentre mi giravo per abbassare la tendina. E questo potrebbe avermi salvato la vita, perché altrimenti la bottiglia mi avrebbe colpito alla tempia. Invece mi ha colpito sotto l'occhio sinistro e mi ha dato 15 punti di sutura.
In questa occasione ho capito cosa significa rischiare di morire sul colpo, è tutto un istante, un bivio, ancora". Prosegue ancora Grosso spiegando che ancora oggi deve fare i conti con quella ferita: “Ieri mi hanno tolto altri tre pezzi di vetro, i francesi se li erano dimenticati. Se abbasso la palpebra, si vede la cicatrice, non è granché. Ma almeno sono qui per parlarne”.