Tuttosport - Lapadula: "Siamo come il Cagliari di Ranieri. Quando arrivai in Sardegna il mister chiuse in una stanza me e Pavoletti..."

L'ex attaccante del Cagliari, Gianluca Lapadula, oggi in corsa per il ritorno in Serie A con lo Spezia, ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport, pochi giorni dopo il suo ritorno al gol nel derby contro la Sampdoria. Le sue parole: "Si torna a segnare? Come da copione, ci vuole un po’ ma poi arrivo. A Pescara dopo sette turni, a Cagliari dopo dieci, a Cesena nove. Stavo bene fisicamente, mai stato meglio. Guardavo la palla sfi lare, e pensavo 'Ma come, venivi sempre da me...'. Poi ho capito che era il momento. Il gol è ossigeno per un centravanti? C’è una frase che ho fatto mia, anni fa. Me la disse Ricardo Gareca, il mister argentino che è stato attaccante. Recita: quando il goleador non quentra el gol, el gol quentra el goleador”. Sono due entità che si cercano sempre. La sensazione di due reti all’Alberto Picco, un gioiello? Io di stadi ne ho visti tanti, ma credetemi: La Spezia è qualcosa di diverso. A Cagliari o San Siro entrano tante più persone, ma qui le senti oltre. E segnare sotto la curva Ferrovia è bellissimo. Gigi Riva disse un giorno che un attaccante i gol che segna, se li sogna anche la notte? Si verissimo, capita anche a me di rivivere situazioni, di rivisitare momenti della partita quando mi fermo e riposo. È una grande verità".
Poi un aneddoto su Ranieri: "Non tutti parlano la lingua giusta? Io a Cagliari ho avuto Ranieri. Quando arrivò chiuse in una stanza me e Pavoletti e ci disse che il suo compito era quello ‘di fare in modo che la squadra mettesse palle nel mezzo dell’area, che poi noi due avremmo fatto tutto’. Che lui poteva andarsene, non serviva. Così fu. Non lasciava nulla al caso; c’è chi stenta a credere anche a quello che disse prima della fi nale di ritorno a Bari. Per 70’ chiese di stare chiusi, poi negli ultimi 20’ di mandare più palloni possibili in area. Su uno, Pavo firmò la promozione. Gli altri di allenatori? Debbono essere bravi a farti arrivare qualcosa. Ranieri mi è arrivato. Così D’Angelo, anche se diverso. Vivarini in parte, Nicola no, ma sono solo esempi. L’area di rigore: Per me è tutto, lì ci vivrei sempre. Sono dieci anni che non segno da fuori area. É il mio luogo naturale".
Sulla corsa promozione: "Lo Spezia può farcela a salire? Come il Cagliari di Ranieri sembra una squadra che può mollare, perdere tutto, ma poi la ribalta. Come quel Cagliari, soff re ma sembra quasi tutto programmato e scritto. A giugno vorrei andare in Nazionale per le qualifi cazioni mondiali, aff rontiamo Colombia ed Equador, signifi cherebbe che saltiamo i playoff . Ma soprattutto che siamo riusciti nell’impresa"