Gazzetta - Nicola Riva ricorda papà Gigi: "Sento ancora forte la sua mancanza. Non si è mai pentito dei no alle grandi. Non se la sentì di tradire la terra che da subito lo aveva amato"

Gazzetta - Nicola Riva ricorda papà Gigi: "Sento ancora forte la sua mancanza. Non si è mai pentito dei no alle grandi. Non se la sentì di tradire la terra che da subito lo aveva amato"
venerdì 17 gennaio 2025, 08:15Rassegna stampa
di Redazione TuttoCagliari

Nicola Riva, figlio di Gigi, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport quasi un anno dalla scomparsa del papà. Le sue parole raccolte da Andrea Masala: "Quale eredità lascia mio padre? Resta tanto, tutto di lui. Dopo un anno sento ancora una forte mancanza. Eppure ci sono manifestazioni, gruppi sui social che continuano a postare nuove foto: è come se lui sia sempre presente. Tutto ciò non mi ha permesso di metabolizzarne del tutto la scomparsa. Negli ultimi anni avevamo rafforzato i nostri rapporti, penso che quando mi renderò conto che lui davvero non c’è più, avrò una piccola crisi. Con lui che si era ritirato a vita privata, si era creato un nucleo familiare vero e proprio. Avevamo un nostro rito: il sabato ci si riuniva a cena da lui, con le cinque nipoti, tutte femmine. Lui non ha avuto una famiglia da ragazzino, perciò lo sentiva di più. Ecco, l’ultimo Natale è stato particolarmente triste".

Sulla scomparsa del papà: "Se ha deciso lui di andarsene? Chissà... Ha avuto un infarto, avrebbero dovuto poi inserire una sonda e impiantare uno stent. La riuscita dell’intervento dipendeva dallo stato delle coronarie, era rischiosa. E avrebbe dovuto rassegnarsi a tante rinunce: lui non avrebbe accettato. Nessuno comunque immaginava un peggioramento così rapido. Se mai può essere di consolazione, almeno non ha sofferto troppo. Al suo funerale, i sardi e non solo si sono stretti a lui per la sua lealtà. Ho visto tutta quella gente che prima aveva fatto ore di fila alla camera ardente, al freddo. Mi sono detto: “Devo ringraziarli, è il minimo”. Non avevo preparato nulla, è stato un discorso spontaneo, sentivo di dover condividere quel che sentivo con tutti".

Sul no ai grandi club: "Innanzitutto, lui non ha mai avuto dubbi su quei rifiuti a offerte molto difficili da respingere. C’è un perché: lui fu subito protetto da Cagliari e si disse 'Se cambio squadra, lascio una famiglia'. Lui una l’aveva già persa,basta. Quando andava in giro per i paesini della Sardegna, nelle case, accanto alle immagini dei santi, gli capitava di scoprire la sua foto. Un giorno ci fu una manifestazione in città contro la sua possibile cessione: tra la folla in via Roma c’erano anche le vecchiette, scese in strada per lui. Non se la sentiva di abbandonare chi lo aveva adottato. Se gli abbiamo mai detto 'Vai a guadagnare e vincere di più altrove'? Decideva lui e basta, non si è mai pentito. Ciò che gli è tornato indietro vale quello che non ha guadagnato con i soldi. Eppure sarebbe potuto diventare straricco: è rimasto legato per sempre a una squadra, sapeva che il sardo vive il tradimento in maniera viscerale. Sulla sua lapide al cimitero di Bonaria ha voluto si scrivesse 'Amato e voluto bene come quando facevo gol'".