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ESCLUSIVA TC - FRANCESCO CASAGRANDE: "Cagliari, è un problema di mentalità. Anziché spingere subito sull'acceleratore attendiamo il corso degli eventi e poi reagiamo. Con la giusta grinta e determinazione ieri un punto avremmo potuto strapparlo"

ESCLUSIVA TC - FRANCESCO CASAGRANDE: "Cagliari, è un problema di mentalità. Anziché spingere subito sull'acceleratore attendiamo il corso degli eventi e poi reagiamo. Con la giusta grinta e determinazione ieri un punto avremmo potuto strapparlo"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 19:20Primo piano
di Matteo Bordiga

Quando calzava le scarpette chiodate faceva della grinta, della determinazione e della “ferocia” agonistica le sue prerogative imprescindibili. Era un centrocampista dai polmoni d’acciaio e dal cuore infinito, che sapeva tanto interdire l’azione avversaria quanto inserirsi in avanti e trovare la via del gol.

A Francesco Casagrande, che ha vestito il rossoblù dal 1976 al 1980, sarà parso strano ieri sera vedere un Cagliari così abulico, evanescente e privo di mordente come quello sceso in campo al Bluenergy Stadium di Udine. Una prestazione sconcertante, quella degli isolani, che ha spalancato le porte al comodo successo friulano.

Francesco, la sensazione è che, in casa Cagliari, della prestazione di Udine non ci sia davvero niente da salvare.

“È un problema di mentalità. I nostri sono scesi in campo, diciamo così, in modo soft… e non è la prima volta. Poi tirano fuori gli attributi nel momento in cui stanno annaspando e sono in svantaggio. Ecco, manca un po’ questo: il sacro fuoco di andare a far male anche quando si è sullo 0-0. Anche perché poi, non appena siamo rimasti in dieci, qualcosa di buono si è visto. C’è stata un minimo di reazione dopo che abbiamo preso il gol. E io avevo la sensazione che, in fondo, potessimo quasi giocarcela alla pari. Detto questo credo che l’Udinese, a livello fisico ma anche sotto il profilo tecnico, ci sia un attimino superiore. Però secondo me se avessimo messo in campo la giusta dose di ‘garra’ e di determinazione almeno un punto avremmo potuto portarlo a casa.”

Lei come spiega questo atteggiamento così “morbido” e passivo da parte del Cagliari dopo tre partite ottimamente interpretate contro Parma, Juventus e Torino?

“Non abbiamo la mentalità di chi entra in campo e parte subito a duemila. Noi studiamo l’avversario, vediamo un po’ cosa succede, seguiamo il corso degli eventi. Intendiamoci, l’Udinese non è una squadretta: a differenza dell’anno scorso è una compagine equilibrata, solida e di buon livello. Sarebbe stata dura affrontarla anche in undici contro undici. Però il Cagliari è una compagine che, in questo momento, può fare risultato con tutti e, per converso, può perdere con tutti. Secondo me se i sardi scendono in campo con la concentrazione e con la cattiveria agonistica che avevo visto, ad esempio, nella partita precedente contro il Toro, beh allora potranno togliersi delle soddisfazioni. Anziché ripetere un campionato come quello appena passato, vissuto in apnea praticamente fino all’ultima giornata.”