ESCLUSIVA TC - ANDREA MANDORLINI: "Parlare di turnover all'Inter sarebbe fuorviante. Contro il Cagliari Inzaghi farà qualche avvicendamento, ma quando escono due titolari - come a Monaco - entrano due 'rincalzi' che poi fanno la differenza..."

Andrea Mandorlini, ex colonna dell’Inter negli anni Ottanta e allenatore di grande carisma ed esperienza, presenta la sfida di domani tra la sua ex squadra e il Cagliari di Davide Nicola.
Intervistato da Tuttocagliari.net, Mandorlini pone l’accento sulla profondità della rosa nerazzurra, tanto che, “quando si parla di Inter, il concetto di turnover assume un valore molto relativo”.
Andrea, che gara sarà quella di domani pomeriggio tra Inter e Cagliari?
“I nerazzurri sono in testa alla classifica in campionato e stanno facendo non bene, ma benissimo in Champions League. Solo per questa ragione la partita si preannuncia difficilissima per il Cagliari. Anche se in Italia ogni match nasconde delle insidie, e non è una frase fatta. I rossoblù lottano per la salvezza, e di conseguenza – specie in questo momento della stagione – possono essere pericolosi per qualsiasi avversario. Insomma, sarà complicato anche per l’Inter centrare i tre punti.”
A suo avviso Simone Inzaghi farà un po’ di turnover in vista dell’importantissima gara di ritorno del quarto di finale di Champions League contro il Bayern Monaco?
“Beh, parlare di turnover all’Inter può essere perfino fuorviante. Abbiamo visto proprio a Monaco di Baviera che quando mancano i due esterni titolari giocano due teorici ‘rincalzi’ che poi fanno la differenza in senso positivo. Non parlerei dunque di turnover, ma di normali avvicendamenti nell’undici titolare. Posto che Simone Inzaghi contro il Cagliari vorrà vincere a tutti i costi: questo è poco ma sicuro. In Germania ha giocato Carlos Augusto, e allora probabilmente domani giocherà Dimarco. E ho detto tutto.
Però ribadisco: anche il Cagliari sta vivendo un momento di buona condizione psico-fisica. Poi io personalmente sono un po’ tifoso della formazione rossoblù, perché sono in ottimi rapporti personali con la famiglia di Matteo Prati. Tra l’altro seguo il ragazzo da tempo, tanto che volevo portarlo al Padova quando sedevo sulla panchina patavina, ed ero convintissimo che avrebbe fatto una buona carriera. Dunque sono contento che stia lasciando il segno in Sardegna.”
In linea generale che impressione le ha fatto quest’anno la compagine isolana? Nel girone di ritorno forse Luperto e compagni sono venuti a mancare, in qualche partita di troppo, sul piano del gioco: i tanti lanci lunghi e la scarsa prolificità dell’attacco hanno fatto un po’ storcere il naso a molti tifosi rossoblù. Per contro, c’è un vantaggio di sei punti sull’Empoli terzultimo in classifica…
“Ecco, ha appena toccato il tasto più importante. È questo quello che conta. Sei punti non rappresentano una sicurezza assoluta, ma danno discrete garanzie in prospettiva salvezza. Al di là del gioco con palla lunga o palla corta, personalmente credo che il Cagliari abbia una sua precisa identità e che Nicola sia stato bravo a forgiare uno spirito di squadra. I sardi devono lottare contro tutto e contro tutti per restare in serie A, quindi dico che, alla fine, c’è da essere contenti: non penso che valga la pena di storcere il naso per una palla lunga o corta.”