Caressa: "Il Cagliari mi fa divertire: gara con il Toro emozionante. Palomino può offrire grande esperienza"

Caressa: "Il Cagliari mi fa divertire: gara con il Toro emozionante. Palomino può offrire grande esperienza"TUTTOmercatoWEB.com
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di Vittorio Arba

Nella sua Top 11 dell'ottava di campionato, Fabio Caressa ha inserito il difensore rossoblù José Luis Palomino, trovando il tempo per elogiare il Cagliari ed il suo modo di giocare. Di seguito le parole del giornalista, riprese da TuttoCagliari.net: "Il terzo giocatore che voglio citare è Palomino. Prima di tutto, ha segnato un gol importantissimo per il Cagliari, e poi è spesso stato sottovalutato. Secondo me, è vero che ha problemi fisici e non è più giovanissimo, ma è un giocatore di grande personalità, capace di portare equilibrio nello spogliatoio. Lo faceva all'Atalanta e, da quanto mi ha raccontato Valentina Caruso, l'inviata di Sky a Cagliari, lo fa e lo ha fatto anche lì, partecipando attivamente a una riunione interna. Insomma, è uno che si fa sentire e può offrire grande esperienza a una squadra che ne ha bisogno. Nicola ha fatto un passo avanti e ha trovato un certo equilibrio nel Cagliari, che ancora subisce qualche gol, ma almeno mi fa divertire. Qui possiamo ricollegarci a Kalulu e alla costruzione delle grandi squadre. Ho visto Cagliari-Torino e, nonostante ci siano stati degli errori, è stata una partita emozionante. Il Torino non meritava di perdere, ma il Cagliari ha difeso con i denti la vittoria. Questo è il calcio. Però da anni ci fanno credere che il calcio sia un'altra cosa, e qui mi arrabbio. Ci fanno credere che il calcio sia solo possesso e fraseggio, ma non è così. Domenica sera, al Club, abbiamo mostrato delle grafiche molto interessanti: la transizione offensiva del nostro campionato è precipitata negli ultimi quattro anni. Non si gioca più in verticale, si fa solo fraseggio orizzontale.

Questo è un concetto difensivo: mantengo il possesso per impedire all'avversario di attaccare, aspettando l'imbucata sicura. Ma questa sicurezza non è spettacolo, e il calcio dovrebbe essere un’altra cosa. Il calcio che vogliamo vedere è fatto di uno contro uno, del laterale che va fino in fondo a crossare, del trequartista che verticalizza. Ellis, in un libro che cito spesso, diceva che su un campo da calcio ci sono 14.000 eventi, di cui 7.000 imprevedibili. La bellezza del calcio è proprio questa imprevedibilità. Ora si cerca di ridurre l'imprevedibilità, aumentando il controllo tramite il possesso. Ma così si riduce l'emozione del gioco. Più controllo, meno spettacolo. Questo tipo di calcio non è quello che la gente vuole vedere. Il pubblico non paga il biglietto per vedere la panchina, ma per vedere le grandi giocate. In Germania e Inghilterra, le statistiche sulla transizione offensiva sono molto più alte, e questo significa che le partite sono più divertenti. Non serve essere appassionati di scacchi per capire il calcio, ma purtroppo il nostro è diventato un calcio cervellotico e noioso, che non attira più le persone. Non ci sorprende che i ragazzi guardino solo gli highlights, perché tutto ciò che vale la pena vedere è concentrato in un minuto e mezzo di sintesi. Il calcio ha dato troppa importanza alla tattica e agli allenatori, dimenticando la bellezza del rischio, dell'imprevedibilità e del gioco verticale. Non possiamo più permettere che diventi così".