Ziliani: “Abodi su Jankto? Anche l’omosessualità uccide il calcio. Solo in Italia, naturalmente”

Paolo Ziliani, noto giornalista de Il Fatto Quotidiano, ha espresso il proprio parere sulle dichiarazioni del ministro dello Sport Andrea Abodi, a proposito del coming out di Jakub Jankto, in procinto di firmare un contratto con il Cagliari. Ziliani, via Twitter, stanga così le parole di Abodi: "Jankto ritorna in Serie A dopo il coming out Abodi perplesso: "Non amo le ostentazioni" Il ministro dello sport è riuscito nell'impresa di mostrarsi scocciato per il rientro in Italia del primo calciatore ad aver dichiarato pubblicamente la sua omosessualità: lui è all'antica. Come Moggi “Se devo essere sincero, non amo le ostentazioni”. Pensieri e parole di Andrea Abodi, il ministro per lo Sport e per i giovani che alla notizia del ritorno in Italia del centrocampista ceco Jakub Jankto, 27 anni, ex Ascoli, Udinese, Sampdoria, Getafe e Sparta Praga e da oggi tesserato del Cagliari, è stato chiamato a commentare la novità. Jankto, per chi non lo sapesse, è assurto nei mesi scorsi agli onori delle cronache per aver fatto pubblicamente coming out dichiarando la sua omosessualità: primo calciatore ad alti livelli a farlo. E così, invece di dirsi felice per il ritorno di Jankto nella Serie A italiana, invece di dargli il bentornato e di rivolgere i complimenti al presidente del Cagliari, Giulini, per averlo tesserato, il ministro per lo sport e per i giovani ci tiene a far sapere che a lui, persona così a modino, rispettabile, perbene, queste “ostentazioni” non piacciono: e insomma, Jankto poteva risparmiarselo di professarsi calciatore omosessuale, se stava zitto era meglio. Così rischia di turbare il movimento e ad Abodi queste cose non piacciono. Un po’ come non piacciono a molti. Per esempio a Luciano Moggi che all’indomani del coming out di Jankto sentì il bisogno di salire sul pulpito e di dire la sua: “Io sono un po’ all’antica - disse il dirigente radiato dal calcio per le malefatte di Calciopoli del 2006 -, ma conosco l’ambiente del calcio: e al suo interno non può vivere uno che è gay. Un omosessuale non può fare il mestiere del calciatore”. E ancora: “Non so se i calciatori siano contrari ai gay in squadra, io sicuramente lo sono. Posso tranquillamente affermare che nelle società dove sono stato non ne ho mai avuti, mai.
Non avrei mai voluto un giocatore omosessuale. E anche oggi non lo prenderei. Supposto che mi sbagliassi e ne scoprissi uno, farebbe prima ad andare che a venire”. E insomma: pensate i grattacapi che creerà, ora, Jankto al ministro dello sport Abodi e di rimando al presidente del CONI Malagò, al presidente della FIGC Gravina, al presidente della Lega Serie A Casini e soprattutto ai calciatori che Jankto sfiorerà in campo e negli spogliatoi. D’altronde, un calciatore che “ostenta” la sua omosessualità in un campionato che ha nell’onorabilità e nella rispettabilità il suo marchio distintivo è una minaccia. E sì, è vero, la politica e lo sport hanno appena amnistiato la Juventus e i dirigenti della Juventus che per anni e anni hanno compiuto illeciti su illeciti minando la regolarità dei campionati; e non è bello, certo, ma volete mettere la colpa di dichiararsi omosessuale per poi andare a condividere lo stesso spogliatoio con colleghi calciatori, come direbbero Moggi e Abodi, “perfettamente normali”? Tutto questo non sta bene: e bisogna dunque dire grazie al ministro per lo sport e per i giovani Andrea Abodi. Quello che quando i giudici sportivi, mesi fa, annunciarono al termine del processo plusvalenze di aver penalizzato la Juventus di 15 punti e di avere squalificato Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene per 8 anni complessivi, senza nemmeno aspettare di conoscere le motivazioni disse: “Adesso i giudici spieghino il perchè di questa decisione e perchè non ne è stata presa un’altra”. Allo stesso modo, ora che la frittata (del coming out di Jankto) è fatta, lui non può certo starsene zitto: basta con queste ostentazioni - proclama -, non va bene, qui siamo all’antica e magari strizziamo l’occhio ai malfattori, ma agli omosessuali no, meglio che se ne stiano alla larga, o almeno che se ne stiano nascosti. Perché non solo la pirateria, ma anche l’omosessualità uccide il calcio. Solo qui in Italia, naturalmente".
Jankto ritorna in Serie A dopo il coming out
— Paolo Ziliani (@ZZiliani) July 10, 2023
Abodi perplesso: "Non amo le ostentazioni"
Il ministro dello sport è riuscito nell'impresa di mostrarsi scocciato per il rientro in Italia del primo calciatore ad aver dichiarato pubblicamente la sua omosessualità: lui è all'antica.… pic.twitter.com/xGQ4tV4LO0