Pastore polemico sul VAR: "Si vedono rigori assurdi, come quello di Luperto contro la Juventus. Manca uniformità"
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Nel corso di Fontana di Trevi, in onda sui canali di Cronache di Spogliatoio, il giornalista Giuseppe Pastore ha affrontato in maniera polemica i casi arbitrali, numerosi in questa stagione. Di seguito le sue parole, sintetizzate da TuttoCagliari.net: "Tempesta perfetta per gli arbitri in questo weekend. Sapete benissimo di cosa sto parlando: ennesime polemiche e decisioni discutibili, e come se non bastasse, qualcosa è successo anche durante Inter-Fiorentina. Partiamo dalla cosa più ovvia e più semplice: il protocollo VAR deve essere ampliato per includere anche le seconde ammonizioni che portano all'espulsione. La questione ‘Eh, ma allora dovremmo rivedere tutte le ammonizioni’ non regge. Si rivedono solo le seconde, quelle che causano il rosso. È successo, per esempio, non solo a Empoli, ma anche in Como-Verona, dove l'arbitro ha invertito un fallo e ammonito per la seconda volta Suslov. Un episodio che, stranamente, non era tra quelli elencati da Fabregas dopo Como-Juve (ci torniamo dopo). Altrimenti, servirebbero arbitri capaci di finezze che, onestamente, non sembrano avere. Se Pairetto avesse avuto un minimo di brillantezza, avrebbe espulso direttamente Tomori, intuendo però che poteva esserci un fuorigioco e, in quel caso, avrebbe potuto rivedere l’azione al VAR per eventualmente trasformare il rosso in giallo o cancellarlo del tutto. Ma siccome Pairetto... non chiedo tanto. Problema numero due: la mancanza di uniformità. Troppi casi identici vengono trattati in modi opposti. Per esempio, il rigore concesso alla Fiorentina stasera sembra più un episodio di compensazione, ma è comunque meno grave di quello su Gatti, a mio modo di vedere. E qui sottolineo ‘a mio modo di vedere’, perché proprio l’assenza di oggettività in questi interventi è uno dei problemi principali. Gli arbitri non aiutano a creare una casistica chiara. Si vedono rigori assurdi: quello assegnato alla Juve contro il Cagliari per un fallo di mano su un pallone che usciva dallo specchio della porta, del tutto involontario. Poi, invece, Gatti no. Qui la colpa, secondo me, non è solo degli arbitri, ma di chi li dirige, ovvero Gianluca Rocchi. Come esistono squadre mediocri che si esaltano grazie a un allenatore, esistono arbitri che migliorano o peggiorano a seconda delle direttive che ricevono. Non è solo colpa loro se c'è una totale disomogeneità nel modo di arbitrare e nelle designazioni. Terzo problema: alcuni arbitri sbagliano ripetutamente senza conseguenze. Pairetto ormai sembra un bersaglio troppo facile, arbitra da oltre 10 anni in Serie A e ogni tre partite diventa protagonista di polemiche. Ma il vero caso è Ermanno Feliciani: su nove partite in stagione, almeno sei sono piene di errori. Alla prima giornata, Genoa-Inter: sbaglia tutto.
Poi Napoli-Como, con una spinta clamorosa su Kvara non sanzionata. Monza-Milan, gol annullato ingiustamente al Monza. Inter-Empoli, fallo su Lautaro e rigore non dato. Atalanta-Empoli, rigore leggerissimo concesso al Var. Torino-Genoa, l’apice, con Aleandro Di Paolo al VAR, anche lui protagonista di errori ripetuti. E quest'anno gli errori si accumulano: Torino-Genoa nel derby, Thuram-Pavlovic in Inter-Napoli, rigore su Dumfries non fischiato. Juve-Lazio, Douglas Luiz da rosso e invece nulla. Questa ripetizione di errori mina anche il concetto di meritocrazia, che in Italia, si sa, non è molto popolare. Maresca, uno degli arbitri più bravi degli ultimi anni, è stato fermo per due mesi per un episodio poco chiaro in Kuwait. Ma è un arbitro troppo importante per non trovare una soluzione, invece di mandare in campo direttori di gara inesperti. L’ultimo punto: la perdita totale di fiducia. Se sentiamo i dialoghi tra arbitri e VAR, come in Empoli-Milan (‘Non c'è intensità di Cacace su Walker’) o Como-Juve, dove il VAR guida e l’assistente Maggioni discutono senza richiamare Abisso, è normale perdere fiducia. In Torino-Genoa, Sanabria dice persino: ‘Il VAR sta andando all’indietro, quindi non sarebbe fallo’. È un disastro. Allenatori e giocatori non si fidano più, tifosi e giornalisti nemmeno. E infatti ormai la strategia è chiara: chi si sente penalizzato si lamenta pubblicamente (lo fanno Inzaghi, Gasperini, Fabregas, Ibrahimovic), mentre chi ha un episodio a favore sta zitto. Sabato, D’Aversa ha detto: ‘Pairetto ha arbitrato benissimo’, frase che probabilmente non finirà nella storia. La soluzione non è tornare indietro, ma avere più VAR. Pensate alle immagini di stasera, con la palla fuori di mezzo metro. Servono più tecnologia e più revisione, non meno. Non si può tornare a un calcio senza VAR, sarebbe come un autista che guida con il cambio automatico da anni e poi torna al manuale: potrebbe farlo, ma sarebbe macchinoso e pieno di errori. Chiudo citando uno dei pochi allenatori che ha parlato con onestà intellettuale: Marco Giampaolo. Ha detto che il VAR è il più grande elemento di giustizia applicato nel calcio negli ultimi anni, pur riconoscendo di aver perso molte partite a causa di esso. Prima del VAR, i danni erano enormi e molti risultati erano falsati. Ci vuole più VAR e meno discrezionalità, perché ancora una volta gli arbitri non sembrano all’altezza di gestire un calcio così complesso e pieno di sfumature".