Faragò tra ritiro e nuova vita: "Non riuscivo più nemmeno a fare una camminata. Sono passato da una piccola vigna a produrre sette vini"

Faragò tra ritiro e nuova vita: "Non riuscivo più nemmeno a fare una camminata. Sono passato da una piccola vigna a produrre sette vini"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
martedì 30 gennaio 2024, 23:15Ex rossoblù
di Vittorio Arba

Da pochi giorni ritiratosi dal calcio giocato, Paolo Faragò ha raccontato gli ultimi anni da calciatore professionista e la sua nuova vita da produttore di vino in quel di Serdiana, intervistato dai colleghi di Cronache Di Spogliatoio. Di seguito le parole dell'ex centrocampista del Cagliari, riprese da TuttoCagliari.net:

​​​​QUATTRO ANNI TRAVAGLIATI - "Il chirurgo, quando mi ha tolto il femore, mi ha detto che l'ha visto raramente in un 90enne un femore conciato così. Il problema è stato che negli ultimi quattro anni, ho preso farmaci tutti i giorni per poter fare allenamento o per poter far una camminata, per poter fare qualsiasi cosa. Sono arrivato all'ultimo periodo, dove non riuscivo più nemmeno a fare la camminata. Io ero uno sportivo professionista e facevo la vita più sedentaria del mondo, perché sono sempre stato appassionato di trekking, di cose che mi dovevano teoricamente far muovere il corpo, invece..."

LA VIGNA A SERDIANA - "Mi è venuta questa idea di iniziare a comprare un pezzettino di una vigna e iniziare a produrre qualcosa in autonomia. Ho fatto due calcoli, i calcoli non tornavano e ho detto 'Vabbè, lasciamoci lo stesso!' (ride ndr). Poi da una vigna piccolina, sono passato a 7 ettari di vigna, 15 ettari di terreno totali e ho iniziato a produrre dell'annata 2021 i miei primi quattro vini, mentre ora ne produco sette. Ho comprato macchinari, attrezzatura e serbatoi e per il momento sto producendo nella Cantina Sociale, che mi destinato una parte dei locali alla mia produzione".

SUL RITIRO - "Il mondo del calcio, ogni tanto, non ti lascia prendere del tempo per te stesso. Sembra tutto come un ciclo frenetico che ti travolge, poi ad un certo punto ti ritrovi in questo frullatore dal quale non riesci ad uscire. Alla fine sposti la famiglia da una parte all'altra dell'Italia".

PROGETTI PER IL FUTURO - "La dinamica più difficile di questo lavoro è la parte commerciale, mi sono buttato in un mondo per tanti versi a me ancora estraneo. Dal punto di vista produttivo, non sono enologo e non avrò mai la possibilità di imparare ad esserlo, però ho studiato, sto continuando a studiare e sono certo che arriverò ad avere un prodotto in linea con quelle che sono le mie aspettative dal punto di vista produttivo".