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ESCLUSIVA TC - FRANCESCO CASAGRANDE: "Cagliari, prendi esempio dall'Italia di Spalletti vista contro la Francia! Il Napoli va raddoppiato e triplicato fin dalla sua metà campo, per recuperare subito palla e creare occasioni da gol"

ESCLUSIVA TC - FRANCESCO CASAGRANDE: "Cagliari, prendi esempio dall'Italia di Spalletti vista contro la Francia! Il Napoli va raddoppiato e triplicato fin dalla sua metà campo, per recuperare subito palla e creare occasioni da gol"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
sabato 7 settembre 2024, 20:00Esclusive TC
di Matteo Bordiga

Metti una tigre nel motore (leggi: a centrocampo) e la squadra non potrà che andare a mille all’ora.

La tigre del Cagliari della seconda metà degli anni Settanta rispondeva al nome di Francesco Casagrande: un mediano “centopolmoni” capace tanto di interdire quanto di costruire, perfino piuttosto prolifico in zona gol. Proverbiale la sua generosità: la presenza dei suoi baffoni e dei suoi capelli lunghi stile rockstar in ogni pertugio del campo faceva sospettare che possedesse realmente il dono dell’ubiquità.

Rimasto tifoso del Cagliari a distanza di tanti anni, Casagrande parla dei rossoblù usando il “noi”: segno tangibile di quanto la Sardegna e la maglia coi quattro mori gli siano entrate nel cuore.

Francesco, è riuscito a seguire l’avvio di stagione del nuovo Cagliari?

“Sì, e la squadra mi ha fatto un’impressione tutto sommato positiva. Mi ha dato l’idea – anche se le cose fanno presto a cambiare – che quest’anno dovremo soffrire un po’ meno rispetto alla passata stagione. Mi auguro si possa fare un buon campionato.”

Quali sono i reparti che le fanno dormire sonni più tranquilli? Forse il pacchetto avanzato, in queste prime tre giornate, è stato quello che ha convinto un po’ meno…

“Sì, direi che il centrocampo e la difesa sono andati benino. L’attacco è sempre un problema per tantissime formazioni… ma è anche vero che noi alla fine il gollettino lo tiriamo sempre fuori. E tante volte abbiamo dimostrato di avere carattere, determinazione e voglia di portare a casa il risultato. Anche, anzi spesso, nei minuti finali.”

A Lecce però il Cagliari, specie nel secondo tempo, ha deluso, non riuscendo a sfruttare la superiorità numerica per ottenere almeno il pareggio. Cosa può essere successo in quei frangenti, in cui i rossoblù non hanno trovato il ritmo, la lucidità e la qualità per far male ai salentini?

“Un grande allenatore, Nils Liedholm, soleva dire che in 10 si gioca meglio che in 11. Questo perché, una volta in 10, cominci a chiuderti a riccio, a fare le cose semplici, a stare attentissimo a non commettere il benché minimo errore. E diventa difficile per gli avversari penetrare in una difesa così blindata. Chi rimane in 11 dovrebbe avere la forza e l’intelligenza di stanare l’avversario arroccato nella propria trequarti, ma è molto difficile. Viene più facile andare all’arrembaggio, ma risulta complicato aver ragione di una squadra in tenuta ultradifensiva. Anche perché oggigiorno non ci sono più i giocatori di una volta: quelli che saltavano l’uomo e creavano puntualmente la superiorità numerica in attacco. Oggi è tutto un fraseggio, uno scambio infinito, un uno-due che si ripete fino allo sfinimento. E, per conto mio, si tende fin troppo ad andare per vie centrali, quando a volte la soluzione migliore sarebbe un bel cross tagliato a centro area.”

Francesco, tra otto giorni all’Unipol Domus arriverà il Napoli: una squadra attrezzatissima e particolarmente scomoda per i rossoblù, i quali tuttavia hanno già dimostrato tre le mura amiche - contro la Roma - di saper aggredire in avanti e di voler accorciare rapidamente sui portatori di palla avversari.

“Il Cagliari deve prendere esempio dall’Italia di Spalletti vista ieri contro la Francia. Gli azzurri raddoppiavano e triplicavano sistematicamente sui portatori di palla transalpini, non lasciando mai respirare gli uomini di Deschamps. Così bisogna giocare a calcio se si vuole vincere, perché costringi gli avversari a fare tutto in modo affannoso e approssimativo, inducendoli infine a sbagliare la giocata. Inoltre pressando alto nella metà campo rivale recuperi palla più vicino alla porta, ponendo i presupposti per creare con maggiore facilità delle occasioni da rete. Il Napoli non va aspettato, va aggredito. Ma il Cagliari non dovrà commettere il minimo errore e dovrà dimostrare di avere un’organizzazione praticamente perfetta. Alla prima disattenzione, infatti, calciatori di quel livello ti castigano inesorabilmente.

Tuttavia sono fiducioso: Cagliari-Napoli giocata in Sardegna mi evoca dei bei ricordi. Per i partenopei, salvo rare e recenti eccezioni, non è mai stato facile tornare dall’Isola coi tre punti in tasca: la cabala parla in nostro favore.”