Calvarese racconta: "Quando un genitore scavalcò la recinzione per insultarmi..."

La violenza sugli arbitri sta diventando un argomento sempre più ricorrente. Non si contano, oramai, le violenze subite dai direttori di gara ed assistenti, specialmente nelle serie inferiori. L'ex arbitro Gianpaolo Clavarese ha raccontato sulle colone de Il Tempo, una situazione a cui dovette far fronte: "[...] ero stato designato per una partita del campionato giovanile. Campo di periferia, terreno polveroso, spalti quasi vuoti, se non fosse per qualche genitore presente a bordo campo. La partita scorreva in modo teso, nervoso. A metà secondo tempo un contatto in area: fischio un rigore. Una decisione limpida, senza esitazioni. Ma è bastato quel fischio per far saltare ogni equilibrio. Dalla tribuna si alza un urlo. Un uomo – il padre di un giocatore – comincia insultarmi. Prima con parole pesanti, poi con gesti.
In pochi istanti scavalca la recinzione e corre verso di me. Ricordo i battiti del cuore accelerare, le gambe che tremavano, ma non potevano permetterselo. Era una situazione surreale, eppure vera. Si ferma a pochi centimetri da me. Mi urla in faccia, mi spinge. Nessuno interviene. Né l’allenatore, né i dirigenti, né gli altri genitori. In quel momento ero solo. Ero un ragazzo con un fischietto in mano, e davanti avevo un adulto fuori controllo. Non ci furono ferite fisiche, ma dentro qualcosa si era rotto. Ho pensato di mollare".