Pellegatti: "Allegri o Sarri possibili ct azzurri dopo il Mondiale 2026"

Carlo Pellegatti, noto giornalista e telecronista sportivo, ha parlato dell'esonero di Motta e ha rilasciato alcune dichiarazioni sugli allenatori 'risultatisti' e 'giochisti'.
Ecco quanto ha dichiarato a Scommesse.io:
Thiago Motta esonerato, scelta traumatica ma necessaria: i componenti della rosa non erano più in sintonia con la loro guida
"Tante le domande che un appassionato può porsi dopo il licenziamento, invero clamoroso e forse inaspettato, di Thiago Motta, sostituito sulla panchina bianconera da Igor Tudor. Innanzitutto, cerchiamo di capire quali siano i motivi della drastica decisione della dirigenza bianconera. Come spesso succede, sono stati importanti i colloqui che i responsabili del management hanno tenuto con l’allenatore e con i giocatori. Si può procrastinare la decisione anche quando magari i risultati non siano favorevoli, quando si spera che la tendenza, sul piano del gioco, possa migliorare, soprattutto se si riesce a intravedere una luce anche nelle situazioni più torbide. Probabilmente, invece, gli ultimi faccia-a-faccia con il tecnico non hanno certo tranquillizzato i dirigenti che, dopo aver capito che anche i componenti della rosa non erano più in sintonia con la loro guida, hanno optato per la traumatica scelta".
Motta, un giochista che al Bologna aveva Zirkzee, ma Vlahovic ha caratteristiche opposte
"Che Thiago Motta possa essere definito un “giochista” non vi sono dubbi. Allora qualcuno può chiedersi se sia più facile essere un allenatore propositivo in provincia piuttosto che nelle grandi squadre, nelle grandi piazze. Non esiste una risposta assoluta, perché alla fine dipende dalla qualità dei giocatori e soprattutto dalla funzionalità della rosa rispetto alle richieste tecnico-tattiche degli allenatori. Thiago Motta ha potuto contare, nel Bologna, su un centravanti di manovra, come Zirkzee, mentre nella Juventus Vlahovic ha caratteristiche opposte".
Il “sacchismo” è stato deleterio come il “guardiolismo”, ma l'accusa di Capello è esagerata
"In generale, possiamo però affermare che i “giochisti”, cioè gli allenatori che amano il gioco fiorito e divertente, dovrebbero trovare una strada meno lastricata di problemi con una rosa ricca di qualità. Importante che ogni allenatore abbia la personalità di imporre le proprie idee senza cadere nell’…ISMO.
Il “sacchismo” è stato deleterio come il “guardiolismo”, anche se mi sembra esagerata l’accusa di Capello nei confronti proprio di Pep. Colpevoli i tecnici che lo hanno imitato, il più delle volte male, non lui che ha divertito con il suo gioco esaltato dai grandi giocatori".
Napoli, la piazza ideale per giochisti come Sarri, Spalletti e Conte
"Napoli, per esempio, è una piazza dove negli ultimi anni hanno ottenuto risultati lusinghieri i “giochisti”, come Sarri, Spalletti, ora Conte. Ma Rudi Garcia è un allenatore che non ama il bel gioco? Semplicemente, gli italiani sono stati più bravi e più adatti a una piazza esigente come quella napoletana. Italiani che sono nati 'risultatisti', ma che, grazie all’avvento di Sacchi e della sua filosofia, hanno cambiato il modo italiano di giocare. Da qui i trionfi di Ancelotti, allievo di Arrigo, ma anche, per esempio, di Marcello Lippi o Cesare Prandelli".
I risultatisti non hanno un compito più semplice
"Chissà poi perché la parola “risultatista” ha comunque sempre un’accezione quasi negativa. È infatti un’affermazione superficiale anche quella che vedrebbe più semplice il compito degli allenatori portati al contenimento rispetto a quelli che puntano soprattutto alla grande organizzazione di gioco. Lavorare sull’armonia del settore difensivo, sui movimenti che devono essere sempre precisi al centimetro, richiede uno studio intenso e un’applicazione totale da parte degli interpreti, con risultati altrettanto gratificanti".
Finale di stagione decisivo per molte panchine di Serie A
"Siamo alla vigilia di un’estate rivoluzionaria quanto alle panchine italiane. Per molti allenatori, il finale di stagione appare decisivo, anche per qualcuno che sembra oggi molto saldo al suo posto. A partire da quella del Milan, al quale piace molto Cesc Fabregas, che sembra nato per la filosofia e la storia rossonera. Se Conte dovesse clamorosamente lasciare il Napoli, destinazione Juventus, attenzione al ritorno in Italia di Stefano Pioli. Per il dopo-Ranieri, qualcuno punta su Gasperini, vicino all’addio dopo i bellissimi anni a Bergamo. De Zerbi viene indicato per il difficile compito di ereditare la panchina dell’Inter, quando Inzaghi lascerà il club nerazzurro. E Sarri? Potrebbe essere lui, o Allegri, a sedere sulla panchina della Nazionale azzurra, dopo il Mondiale 2026. Chi potrebbe avere successo sulla panchina di una big, magari tra i suddetti allenatori? Troppe le variabili per dare una risposta sicura, certo è che “Italians do it better!”