Criscitiello: "Non è normale che non esista un modello di business e tutti i Presidenti, dalla A alla D, continuino a perdere soldi"
Nel suo editoriale pubblicato stamane su Sportitalia.com, il CEO di Sportitalia, Michele Criscitiello ha commentato le rumorose dichiarazioni del presidente della Fiorentina Rocco Commisso e ha detto la sua sul caso Ibrahimovic. Le sue parole:
"Quello che dice Commisso è sacrosanto ma non scopre l’acqua calda anzi conferma un sistema fallimentare che ci piace e ci facciamo andare bene pur consapevoli che nel calcio tutto c’è tranne il business per chi mette i soldi. Commisso, Presidente della Fiorentina, tocca più punti e dall’America non ha paura a dire le verità. Ne ha dette tante da quando ha acquistato la Fiorentina ma non cambia mai nulla perché il Palazzo è più forte della guerra che Rocco sta combattendo da solo. I problemi di Commisso sono tanti: è proprietario della Fiorentina e in Italia comanda solo chi guida Juve, Inter o Milan. Forse la Lazio. Secondo problema: è troppo lontano per fare la politica del calcio tutti i giorni e terzo, non ultimo, la lotta sugli stadi va al di là dei problemi del nostro calcio. Ha mille ragioni. Lo potremmo votare Presidente della FIGC ma questo sistema malato non lo schioda nessuno. Vedete cosa sta succedendo con le prossime votazioni della Lega di B. Non è normale che non esista un modello di business e tutti i Presidenti, dalla A alla D, continuano a perdere soldi. Commisso sognava una serie A dove la Fiorentina potesse essere in lotta per lo scudetto, sognava un nuovo stadio e un nuovo centro sportivo. E’ riuscito a fare, alla grande, solo una delle tre cose. Ha anche un ottimo settore giovanile ma avere i conti in ordine e vincere qualche coppa Primavera non basta ai tifosi. Siamo con Rocco, la pensiamo come lui ma sappiamo che è una battaglia fine a se stessa.
Nel frattempo sono giorni che parliamo dell’assenza di Ibra a Milano e Milanello. Ci sono gli innocentisti e i colpevolisti. Alla fine Zlatan non ha né torto né ragione. Lui, con la società, è stato chiaro dall’inizio. Ho le mie cose e non le cancello per fare il dirigente del Milan. Non è un dirigente qualsiasi ma è un investitore e il vero problema è che Ibra ha smesso troppo tardi di giocare a calcio e ha iniziato troppo presto a fare il Direttore. Ovviamente adesso si trascina viaggi e sponsorizzazioni da fresco ex calciatore ma questo business non combacia con la figura di un Direttore di una Big come il Milan. Fare questo mestiere non è una passeggiata. Puoi fare 7-10 giorni di vacanza all’anno. Devi seguire la squadra in casa e trasferta. Non puoi saltare due allenamenti di fila. Purtroppo Ibra si è calato nella parte ma o crea un secondo Zlatan oppure i problemi si continueranno a ripetere. Certamente è stato sfortunato perché dalla sua partenza è successo di tutto. Sconfitte, mal di pancia e conferenze di presentazione. Ibra vuole diventare Dirigente ma non ha tanta voglia di fare gavetta e rinunciare ai suoi introiti. Chiamalo fesso. Il vero problema è il Milan. Una società così deve venire prima di tutto. Furlani ci mette la faccia e lo apprezziamo ma la linea di difesa, in conferenza, doveva essere ben diversa. I casi Theo e Leao andavano gestiti in maniera diversa e se prendi Fonseca devi tutelarlo maggiormente anche in pubblico. Il Milan ha 3 strade senza via di uscita: Venezia, Liverpool e Inter. O riparte alla grande o sarà dichiarato ufficialmente lo stato di emergenza".