ESCLUSIVA TC - FRANCESCO ZANONCELLI: "Io, l'ultimo libero del Cagliari. Con Ventura giocavamo un calcio organizzato: ognuno di noi sapeva perfettamente cosa fare. Oggi la grande forza dei rossoblù è Ranieri. La sorpresa della stagione sarà Prati"

ESCLUSIVA TC - FRANCESCO ZANONCELLI: "Io, l'ultimo libero del Cagliari. Con Ventura giocavamo un calcio organizzato: ognuno di noi sapeva perfettamente cosa fare. Oggi la grande forza dei rossoblù è Ranieri. La sorpresa della stagione sarà Prati"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Andrea Pasquinucci
mercoledì 25 ottobre 2023, 15:52Primo piano
di Matteo Bordiga

Dopo Aldo Firicano, l’ultimo libero doc a vestire la maglia rossoblù.

Francesco Zanoncelli, classe 1967, è tuttora ricordato dai supporter cagliaritani come un difensore puntuale, elegante e con un eccellente senso della posizione. Requisiti indispensabili per giocare nel ruolo affidatogli da mister Ventura, che se lo portò dietro da Lecce dopo aver ottenuto con lui, in Salento, una brillante promozione in serie A.

Giunto a Cagliari, Zanoncelli mise la sua firma su due stagioni formidabili: nel ’98 arrivò la sospirata promozione in A a riscattare l’infausto spareggio col Piacenza di dodici mesi prima, mentre l’anno successivo – grazie anche alla sapiente guida del biondo milanese ex Ascoli e Lecce, vero faro della retroguardia – il Cagliari si distinse per il gioco spumeggiante e spettacolare, sorprendendo in casa corazzate come Milan, Parma, Roma e Juventus.

Francesco, lei nel ’97 sbarcò in Sardegna, seguendo il tecnico Gian Piero Ventura, accettando di “retrocedere” in serie B nonostante la promozione in A appena conseguita a Lecce. Cosa la spinse a sposare la causa del Cagliari in cadetteria?

“A Lecce subito dopo la promozione il gruppo venne praticamente smantellato. Molti giocatori avevano già preso accordi con altre squadre, per cui il ciclo vincente in Salento sembrava sul punto di chiudersi. In più io ero e sono legato a Ventura da un rapporto professionalmente e anche umanamente molto solido, ragion per cui fu facile la scelta di seguirlo nella sua avventura in Sardegna.”

Le sue due stagioni a Cagliari furono ricche di successi e di soddisfazioni. Prima tornaste in serie A con merito, poi vi divertiste in un campionato di altissimo livello – con le cosiddette “sette sorelle” – a giocare il vostro calcio sbarazzino e arrembante. Quali erano i segreti di quel Cagliari targato Ventura?

“Intanto eravamo un gruppo estremamente compatto. Si lavorava nella massima condivisione, da parte di tutti, degli obiettivi che ci prefiggevamo a inizio stagione. Inoltre avevamo dei signori giocatori: mi piace ricordare il grande Fabian O’Neill, che per due anni è stato mio compagno di stanza. La tragica notizia giunta un anno fa mi ha molto colpito e provato. Poi c’erano i vari Muzzi, Dario Silva, Vasari… tantissimi sarebbero i calciatori da menzionare.

Nell’anno di serie A facemmo tesoro dell’esperienza maturata in B, ossia in un campionato difficile ma al termine del quale avevamo conquistato meritatamente la promozione. A distanza di tanti anni ricordo proprio la grande, granitica compattezza che, come detto, contraddistingueva tutto il gruppo.”

Dal punto di vista tecnico-tattico quali erano i concetti su cui insisteva il mister genovese? Quali furono le chiavi di volta del vostro successo tanto in cadetteria quanto in massima divisione?

“Senz’altro eravamo una squadra molto ben organizzata. Ventura, un allenatore per me importantissimo, era un maestro di calcio. In quegli anni mi ha insegnato tantissimo. La disposizione di base era quella di un 3-5-2, con Vasari che a destra ricopriva un ruolo più offensivo rispetto a quello di Macellari, il quale a sua volta fungeva da laterale sinistro. Mi preme sottolineare che tutti avevamo un’idea precisa e chiarissima di quello che dovevamo fare in campo e di ciò a cui andavamo incontro, perché il tecnico era bravissimo nel preparare le partite in ogni minimo dettaglio.”

Lei è considerato l’ultimo interprete a Cagliari di un ruolo, quello del libero, oggi di fatto estinto. Si percepisce come tale o, a ben vedere, si muoveva un po’ come si muovono i centrali di oggi, che non vengono più considerati liberi ma che, nel corso della gara, possono trovarsi a ricoprire quella specifica posizione?

“In effetti anche in una difesa a zona attuale i due centrali, a seconda delle situazioni, si coprono reciprocamente le spalle. Certo, un tempo il libero si staccava anche di parecchi metri rispetto al proprio compagno di reparto, mentre oggi le distanze sono più corte. Ma ancora oggi il centrale deve potersi staccare rispetto al compagno, in previsione di determinate giocate.

Io sono nato come centrocampista, poi mi sono evoluto come libero – ruolo che ho ricoperto per tanti anni – e infine mi sono adattato anche a fare il difensore centrale in una difesa a quattro, ad esempio a Brescia. Sono stato un testimone storico del passaggio dalla marcatura a uomo, che si praticava ancora largamente tra fine anni Ottanta e primi anni Novanta, allo schieramento difensivo a zona. Nell’86, quando militavo nel Milan, in serie A c’erano solo due squadre che giocavano a zona: il Milan di Liedholm e la Roma di Eriksson. Tutte le altre realtà sposavano ancora la marcatura a uomo coi due marcatori e il libero staccato.”

Francesco, sta ancora seguendo il Cagliari? Che idea si è fatto dalla squadra attuale, che annaspa in fondo alla classifica dopo un avvio shock segnato da tre pareggi e ben sei sconfitte?

“Devo dire che sono rimasto un po’ sorpreso da questo inizio di campionato così tormentato. Però confido tantissimo in Ranieri, che è la vera forza del Cagliari. Lui riesce a infondere quella serenità e quella tranquillità all’ambiente che sono fondamentali per uscire da una situazione complicata. La squadra ha bisogno di conseguire quella consapevolezza che magari è mancata nelle prime nove partite, e da questo punto di vista Ranieri è un maestro. Io sono convintissimo che i rossoblù si riprenderanno e, magari, in futuro si toglieranno anche grandi soddisfazioni.”

C’è un giocatore del Cagliari che segue con particolare attenzione e che a suo avviso potrà tornare estremamente utile alla squadra nel corso della stagione?

“Già osservando il Cagliari in serie B ero rimasto favorevolmente impressionato da Makoumbou: un ottimo centrocampista. Poi l’anno scorso, collaborando con la SPAL, ho avuto modo di allenare Matteo Prati, che veniva dall’Interregionale e ha fatto dei progressi incredibili. Si tratta di un prospetto molto giovane ma con enormi potenzialità, che secondo me potrebbe alla lunga rivelarsi la vera sorpresa del Cagliari in questa stagione.”