ENRICO VARRIALE: "La gara di stasera col Barça influenzerà l'approccio degli azzurri alla sfida col Cagliari. Quest'estate il Napoli ha sbagliato tutto: scelta del tecnico e campagna acquisti. I rossoblù devono sistemare la difesa"
Il noto giornalista Enrico Varriale ci accompagna per mano verso il match-spartiacque di domenica prossima tra Cagliari e Napoli, facendo il punto – nel dettaglio – sulla situazione che si vive attualmente in casa azzurra.
Enrico, come arriverà il Napoli allo scontro dell’Unipol Domus? Come sta vivendo l’ambiente il cambio della guida tecnica deciso nei giorni scorsi da De Laurentiis?
“Direi che molto dipenderà dalla partita di stasera col Barcellona. Una gara in grado di stimolare chiunque, anche chi gioca con le valigie già in mano - penso ad esempio a Victor Osimhen. La vetrina internazionale motiverà tutta la squadra, che darà il cento per cento per ben figurare e, magari, accumulare un vantaggio in vista del match di ritorno. A maggior ragione dopo il cambio di allenatore, con l’arrivo di Calzona: un tecnico competente e che conosce gran parte dei giocatori della rosa. Certo, anche lui non ha la bacchetta magica per invertire in due allenamenti il trend di un Napoli che quest’anno sta andando decisamente male, però potrebbe portare quel surplus di voglia, di entusiasmo e di spensieratezza in grado di rivitalizzare un ambiente mortificato dal nono posto in campionato nell’anno post-scudetto.
L’esito della sfida ai blaugrana si ripercuoterà certamente sull’appuntamento di domenica a Cagliari, dal punto di vista non solo tecnico ma anche psicologico.”
A suo parere qual è stato il problema principale che ha determinato il rendimento così deficitario del Napoli in serie A? La squadra attuale sembra lontana parente di quella ammirata l’anno scorso e capace di cucirsi il terzo tricolore sul petto…
“Il Napoli quest’anno ha sbagliato tutto fin da giugno. E ha sbagliato molto De Laurentiis, come da lui stesso ammesso. La scelta di Garcia al posto di Spalletti si è rivelata errata nel tempo. Sul mercato la società ha operato male in estate e, diciamolo pure, non ha rimediato a gennaio. Dopo aver perso un difensore come Kim non ha mai ingaggiato un elemento di pari livello. Inoltre l’addio di Lozano non avrebbe certo dovuto essere metabolizzato come la partenza di un gregario qualunque. Va da sé che il messicano non era un titolarissimo, ma - ad esempio - giocava più di Politano. E per sostituirlo è stato preso un calciatore, come Lindstrom, che tutto è fuorché un’ala destra.
Sono stati ceduti due elementi come Zielinski ed Elmas, che erano delle pedine importanti di uno dei migliori centrocampi d’Europa, e non sono stati rimpiazzati adeguatamente: Cajuste è un talento in erba di belle speranze, o poco più. In definitiva, il Napoli dopo lo scudetto anziché rafforzarsi si è indebolito. A tutte queste discutibili scelte di mercato dobbiamo poi aggiungere l’addio di Spalletti e, contestualmente, l’uscita di scena di Giuntoli, figura centrale per la società oltre che prezioso collante per lo spogliatoio partenopeo. Da lì in poi la situazione è rapidamente precipitata, complice anche la vicenda Osimhen che, se andiamo a guardare, ha disputato la metà delle partite giocate dal Napoli quest’anno.
La squadra dello scorso campionato era una macchina rodata e oliata, un ingranaggio perfetto. Toglierle tutti questi elementi tecnicamente e tatticamente strategici e cambiare anche il timoniere ha prodotto gli effetti disastrosi che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Certo, poi nessuno avrebbe immaginato che il Napoli potesse ritrovarsi, a febbraio, a metà classifica. Il fatto è che quando una stagione nasce male poi le cose continuano ad andare storte fino alla fine. L’ultima carta giocata da De Laurentiis è Francesco Calzona, al quale comunque andrà concesso il tempo necessario per instillare nella squadra le sue idee di gioco e per dimostrare le sue doti come primo allenatore, dopo una lunga carriera da vice.”
Enrico, un suo parere sul Cagliari di Ranieri. I rossoblù sono in difficoltà tanto sul piano del gioco quanto su quello dei risultati. Giocano spesso frenati, condizionati dalla paura di subire altre sconfitte. E quella di domenica sarà una gara di fondamentale importanza sia per gli isolani che per gli azzurri.
“Concordo. Sarà uno snodo delicato per entrambe le formazioni. Per quanto riguarda il Napoli aspettiamo di capire se già stasera, contro l’undici di Xavi, si intravedranno dei segnali di ripresa anche dal punto di vista del gioco o se, viceversa, verrà confermato il trend negativo dell’ultimo periodo mazzarriano. Il Cagliari sicuramente ha vissuto dei momenti migliori nell’arco della sua stagione, ma tutto sommato la compagine sarda è in linea con quelle che erano le aspettative di inizio campionato. Era infatti chiaro a tutti, ad agosto, che i rossoblù avrebbero dovuto lottare fino all’ultima giornata per salvarsi. Le difficoltà della squadra di Ranieri sono state ulteriormente acuite dalla partenza di Luvumbo, un elemento importante dell’attacco, per la Coppa d’Africa. Ora dal mercato di riparazione Giulini ha pescato questo giovane centrocampista del Napoli, Gaetano, che secondo me è un ragazzo con delle qualità e che, per inciso, tra Campania e Sardegna ha segnato più di tutti i centrocampisti attualmente di proprietà della società partenopea.
Certo, Osimhen e compagni potrebbero rilanciarsi a Cagliari, ma i padroni di casa devono assolutamente cominciare a fare punti e, davanti al proprio pubblico, avranno certamente maggiori possibilità di centrare un risultato positivo. Ranieri deve sistemare la difesa: a Udine i rossoblù hanno meritato il pareggio, ma troppo spesso sono andati in sofferenza. E questo è un fatto anomalo, se consideriamo che il tecnico di Testaccio ha costruito le proprie fortune proprio sulla solidità e sull’organizzazione difensiva.”