Diego Lopez: "Cellino mi convinse a chiudere la carriera a Cagliari e diventare allenatore"

Diego Lopez: "Cellino mi convinse a chiudere la carriera a Cagliari e diventare allenatore"TUTTOmercatoWEB.com
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venerdì 28 aprile 2023, 21:15Primo piano
di Vittorio Arba

Diego Lopez, ex capitano e allenatore del Cagliari, ha rilasciato una lunga intervista a Espn Deportes Uruguay, nel quale ha ripercorso la sua carriera. Di seguito uno stralcio delle sue parole, tradotte da TuttoCagliari.net:

L'ARRIVO IN ITALIA - "Ho firmato per quattro anni al Racing Santander nel 1996, ma sono rimasto solo due stagioni,  perché amavo il calcio italiano per tutto quello che significava. “Pensavo che la Serie A fosse il campionato migliore per i difensori e volevo giocarci. Paco Casal, un giorno mi disse che c'era la possibilità di andare al Cagliari e che il presidente del Cagliari voleva prendermi, io volevo andarci se ci fosse stata la possibilità, è stato un po' complicato arrivare in Sardegna perché avevo altri due anni di contratto al Racing Santander, ma fortunatamente è andato tutto per il meglio".

RONALDO IL PIÙ FORTE CHE HO SFIDATO - "Allora il campionato italiano era il migliore. Nel Milan c'erano Paolo Maldini, Alessandro Costacurta, mentre nel 1997 Franco Baresi si era ritirato. Era un calcio molto competitivo perché giocavi alla paricontro qualsiasi squadra e ogni domenica avevi sempre contro grandi attaccanti: alla Fiorentina c'erano Edmundo, Gabriel Batistuta, Rui Costa e Luis Oliveira, al Milan George Weah, Shevchenko o Filippo Inzaghi, alla Lazio c'erano Mancini, Christian Vieri o Marcelo Salas, Ronaldo, Iván Zamorano e Chino Recoba all'Inter, e tutte le squadre erano così, era qualcosa di impressionante, tutte le partite erano difficilissime. Penso che Ronaldo sia stato l'attaccante più difficile da affrontare perché era completo: aveva forza, potenza, potenza, era abile con la palla. Ricordo che l'ho affrontato tante volte con il Barcellona, ​​con l'Inter, con il Milan. Non era un attaccante che stava fermo, ma ti contromoveva ed era difficilissimo marcarlo. Era il migliore e il più completo di tutti".

CELLINO MI CONVINSE A CHIUDERE A CAGLIARI E FARE L'ALLENATORE - “Avevo tutto programmato: volevo venire tornare al Peñarol per sei mesi, indossare la maglia, giocare un "clasico" e poi tornare al River, era un po' l'idea che avevo, ma non si è fatto più nulla. Ho chiuso la carriera nel Cagliari (nel 2010) perché il presidente ha insistito tanto perché restassi e iniziassi a fare l'allenatore, così  ho accettato. Avevo offerte da altri posti ma mi ero abituato molto a vivere a Cagliari, ci sono stato dodici anni. Sono rimasto e prima ho fatto l'assistente nell'Under 16, ho iniziato a prenderlo gusto l'anno dopo ho preso una categoria giovanile e mi è piaciuto molto. Poi il terzo anno ho fatto la preseason con la Primavera e ho diretto solo quattro partite perché il presidente mi ha promosso in Prima Squadra, dove ero stato il capitano della stragrande maggioranza di quella rosa. Non è stato facile, ma credo che i giocatori mi abbiano aiutato molto".