Trasferimenti calciatori, dopo caso Diarra Fifa apre al dialogo
(ANSA) - ROMA, 14 OTT - Il caso di Lassana Diarra fa fare un passo indietro alla Fifa. Alla luce della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea che ha dato ragione all'ex giocatore francese, stabilendo che alcune regole della federcalcio internazionale sui trasferimenti dei giocatori violano le leggi Ue, l'organismo guidato da Gianni Infantino si è detto pronto ad aprire un dialogo. Il governo del calcio mondiale ha annunciato di voler "avviare un dialogo approfondito con gli attori principali". La Fifa intende rivedere una parte dei regolamenti, e apportare modifiche all'articolo 17 delle norme in materia. "La Fifa lavorerà con loro per determinare le conclusioni da trarre dal caso Diarra e le relative modifiche da apportare all'articolo 17 del Regolamento sullo Status e il Trasferimento dei Calciatori (Rstj)" ha spiegato Emilio Garcia Silvero, direttore della Divisione Legale della Federazione Internazionale. In particolare, si lavorerà sui "parametri per il calcolo dell'indennizzo e delle sanzioni in caso di violazione del contratto" e sul "meccanismo per il rilascio del certificato di trasferimento internazionale» che consente ai giocatori di cambiare club". Nei prossimi giorni, la Fifa inviterà formalmente le parti interessate a proporre idee in relazione all'articolo 17 del Rtsp ("Conseguenze della risoluzione di un contratto senza giusta causa").
"Vogliamo sviluppare ulteriormente il quadro normativo, tenendo ovviamente conto delle opinioni e dei suggerimenti di tutte le parti interessate -, ha sottolineato García Silvero -. Per la Fifa la decisione su Diarra è un'opportunità per continuare a modernizzare le norme". In rotta con il suo ex club, la Lokomotiv Mosca, Diarra era stato multato nel 2016 per oltre 10 milioni di euro per ingiusta violazione del contratto. Chi, a quel punto, voleva ingaggiare Diarra doveva fare i conti anche con la sanzione. Questo in base a un punto delle norme FIFA ora contestato dalla Corte di giustizia europea. (ANSA).