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ESCLUSIVA TC - STEFANO BORGHI: "La salvezza del Cagliari? Grande impresa, non miracolo: i miracoli non hanno spiegazioni logiche. La squadra ha dimostrato di avere grandi valori umani. Per l'anno prossimo punterei a implementare la qualità"

ESCLUSIVA TC - STEFANO BORGHI: "La salvezza del Cagliari? Grande impresa, non miracolo: i miracoli non hanno spiegazioni logiche. La squadra ha dimostrato di avere grandi valori umani. Per l'anno prossimo punterei a implementare la qualità"
lunedì 20 maggio 2024, 15:09Esclusive TC
di Matteo Bordiga

Il giornalista Stefano Borghi, volto e voce di punta di DAZN, analizza la stagione del Cagliari – ormai prossima alla conclusione – e indica la strada in vista del futuro, sottolineando che se la formazione isolana vuole puntare a un campionato meno sofferto e più gratificante dovrà mirare soprattutto, in sede di mercato, a “implementare la qualità”.

Stefano, azzardiamo un bilancio dell’annata dei rossoblù: come possiamo definirla, alla luce della salvezza aritmetica conquistata ieri in casa del Sassuolo?

“Il bilancio è estremamente positivo. Una salvezza centrata con una giornata d’anticipo è un grande risultato per il Cagliari, squadra neopromossa che tra l’altro ha fatto un mercato coraggioso, puntando su giovani prospetti e non su giocatori affermati. È emblematico che il gol salvezza l’abbia segnato Prati, mentre l’altra rete è stata siglata da Lapadula, il simbolo della continuità rispetto all’anno scorso. Nel complesso direi che i tifosi sardi devono essere orgogliosi di questa stagione, nella quale i calciatori hanno dimostrato comunione e unità di intenti e, soprattutto, un grande carattere, che in molte circostanze gli ha consentito di andare oltre i propri limiti.

Ovviamente il volto di copertina è quello di Claudio Ranieri, che ha scritto una nuova pagina memorabile del suo fantastico percorso nel mondo del calcio.”

Soprattutto in Sardegna la narrazione dominante dipinge questa salvezza come un vero e proprio miracolo sportivo, un’impresa leggendaria. Non è una valutazione un po’ eccessiva, tenuto conto dell’effettivo valore tecnico della squadra e delle sue rivali?

“Beh, i miracoli sono cose che avvengono senza una spiegazione logica. La salvezza del Cagliari, invece, ha una spiegazione molto naturale: c’è stato tanto lavoro, tanto spirito di sacrificio, tanto sudore e anche tanta sopportazione del dolore. E tutte queste sono cose profondamente umane. A mio avviso si è trattato realmente di una grande impresa, anche perché la costruzione della squadra a posteriori si è rivelata lungimirante e intelligente, ma se riavvolgiamo il nastro del tempo alla scorsa estate in pochi attribuivano al Cagliari - giunto in serie A all’ultimo secondo della finale playoff contro il Bari - una posizione di classifica differente dalle ultime tre. La rosa era infatti stata allestita scommettendo su molti elementi che la categoria regina l’avevano vista poco o nulla.

Inoltre ricordiamo che quest’anno la lotta salvezza ha proposto uno spartito inedito e sorprendente, coinvolgendo formazioni partite con ben altri obiettivi: il Sassuolo è retrocesso e a novanta minuti dalla fine pure l’Udinese, che sembrava avere ambizioni diverse, rischia grosso. Per cui miracolo certamente no, ma quella del Cagliari a mio parere è stata un’autentica impresa.”

Proviamo a proiettarci al futuro che attende la compagine isolana in serie A. Secondo lei dove e come può essere ritoccato l’organico per puntare a un campionato un po’ più tranquillo, magari a ridosso del decimo/undicesimo posto?

“Secondo me il primo concetto chiave, come aveva detto lo stesso Ranieri l’anno scorso quando l’avevamo intervistato subito dopo la promozione ottenuta a Bari, è quello di mantenere i piedi ben piantati per terra. I voli pindarici molto spesso rischiano di condurre al tracollo. Del resto questa è una prerogativa tipica del popolo sardo: gente di ingegno e di mestiere, grandi lavoratori ma sempre, rigorosamente pragmatici e concreti.

In seconda battuta, io mi fiderei molto di chi ha in mano il potere decisionale sulla rosa del Cagliari: dall’allenatore alla società. Quest’anno hanno dimostrato la loro competenza. Poi, se dobbiamo immaginare una possibile evoluzione di questa squadra, il primo obiettivo potrebbe essere quello di implementare la qualità. Non a caso durante la stagione l’innesto di elementi di qualità – penso in primis a Gaetano – è stato determinante in chiave salvezza.”