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ESCLUSIVA TC - MARCO CIVOLI: "Due mesi fa avrei dato il Cagliari per spacciato, ma oggi i sardi hanno ritrovato fiducia e forza mentale. Fondamentale l'innesto di Gaetano: lui e Folorunsho, se recupererà, potrebbero decidere il match di lunedì"

ESCLUSIVA TC - MARCO CIVOLI: "Due mesi fa avrei dato il Cagliari per spacciato, ma oggi i sardi hanno ritrovato fiducia e forza mentale. Fondamentale l'innesto di Gaetano: lui e Folorunsho, se recupererà, potrebbero decidere il match di lunedì"TUTTOmercatoWEB.com
giovedì 28 marzo 2024, 15:24Esclusive TC
di Matteo Bordiga

Fu lui, il 9 luglio 2006, a gridare nel microfono della Rai: “Il cielo è azzurro sopra Berlino!”. Un istante dopo il rigore infilato da Fabio Grosso alle spalle di Barthez l’Italia era ufficialmente Campione del Mondo per la quarta volta nella storia, e il momento fu consacrato dall’ormai leggendaria esclamazione di Marco Civoli, da anni commentatore delle gare della Nazionale, quintessenza del giornalismo garbato e posato ma divenuto – quel giorno – uno dei sessanta milioni e oltre di tifosi azzurri smaniosi di alzare quella Coppa.

Oggi Civoli – volto noto anche dell’immarcescibile “Novantesimo minuto”, tutt’ora in onda sulle reti Rai – commenta con la consueta flemma e competenza la lotta che impazza nei bassifondi della classifica di serie A, con almeno sette-otto squadre invischiate nella bagarre-salvezza.

Marco, la rincorsa del Cagliari di Claudio Ranieri verso la permanenza in A riprenderà lunedì col fondamentale scontro diretto col Verona. In che stato di salute versa attualmente la formazione rossoblù?

“Devo dire che, se fossi stato interpellato due mesi fa, probabilmente avrei dato il Cagliari già per spacciato. Anche vedendolo giocare, francamente non mi sembrava una squadra competitiva e in grado di mantenere la categoria. Ma nelle ultime settimane, specie dopo le ventilate dimissioni di Ranieri respinte in blocco dalla squadra, qualcosa è cambiato. Ora c’è una consapevolezza maggiore nella testa dei giocatori e, fra l’altro, una posizione di classifica non più così sconfortante come quella che i sardi occupavano fino a poco tempo fa. È vero che si ritrovano sempre con l’acqua alla gola, ma almeno non sono più ultimi o penultimi. E dal punto di vista morale questo incide.

Cagliari-Verona sarà uno snodo di cruciale importanza, ma in fondo alla graduatoria le distanze sono così corte che oggi è difficile pronosticare chi scenderà in B: credo che i nodi verranno sciolti nelle ultime due o tre giornate, se non proprio negli ultimissimi novanta minuti. Nel Cagliari potrebbero tornare a disposizione Luvumbo e, soprattutto, Gaetano: l’acquisto in prestito del fantasista partenopeo è stato una felice intuizione di mercato. Il ragazzo si è inserito benissimo e ha portato grande freschezza e positività nel gruppo, provenendo tra l’altro da una realtà importante come Napoli e avendo vissuto, un anno fa, l’ebbrezza e la gioia dello scudetto. Insomma, l’undici di Ranieri è finalmente tornato, perlomeno, a respirare.”

Le propongo una riflessione di tipo tecnico-tattico. Dopo una prima parte della stagione disputata schierando una squadra molto abbottonata e prudente, Ranieri negli ultimi mesi ha alzato il baricentro del Cagliari e ha spesso impiegato fin dal primo minuto tre uomini offensivi: un trequartista e due punte. Proponendo un calcio più aggressivo e coraggioso, senza disdegnare in alcune circostanze perfino la strategia del pressing alto, la squadra ha cominciato a far girare meglio il pallone e a trovare con più continuità gli attaccanti. È stata questa ritrovata vocazione offensiva, a suo parere, a determinare la rinascita dei rossoblù?

“Probabilmente è stato uno dei fattori che hanno favorito la risalita, ma a mio parere non l’unico. Anche la differente e rinnovata predisposizione mentale dei giocatori, frutto di un deciso cambio di rotta operato nelle ultime settimane, ha inciso. Il problema era quello di riuscire a trovare un briciolo di continuità. Io ho visto la partita col Napoli, nella quale il Cagliari ha strappato un punto preziosissimo grazie al suo carattere e alla voglia di non mollare fino all’ultimo secondo e oltre. Anche questo denota un evidente cambio di mentalità, frutto soprattutto del lavoro di Claudio Ranieri che è riuscito a entrare profondamente nella testa dei ragazzi. Molti dei calciatori erano forse ancora abituati alla serie B, e consideravano la serie A come una montagna da scalare. Adesso invece se la giocano contro chiunque.”  

Estendendo il discorso al resto delle formazioni in lizza per mantenere la serie A, da chi devono maggiormente guardarsi i rossoblù? Quali sono le dirette concorrenti che possono insidiarli in maniera più significativa?

“Per quanto riguarda la Salernitana, credo che il discorso sia ormai chiuso: nessun miracolo può salvare i campani. Personalmente sono rimasto sorpreso dal Verona: le vicissitudini societarie hanno portato allo smantellamento dell’organico gialloblù, con le cessioni di tanti prezzi pregiati che erano elementi-chiave nello scacchiere di Baroni. Penso a Ngonge, andato al Napoli, a Faraoni ceduto alla Fiorentina o a Djuric, che è finito a Monza. Eppure il tecnico ha comunque messo su una compagine che, allo stato attuale, alla pari del Cagliari ha tutte le chance di centrare la salvezza.

Mi pare in caduta libera il Frosinone, e per una ragione ben precisa: dalla metà campo in su i ciociari possono insidiare anche formazioni ben più attrezzate, grazie alla brillantezza della loro fase offensiva. Il problema è che quando la palla ce l’hanno gli altri e si avvicinano all’area frusinate sono quasi sempre dolori. Soulè e compagni incassano caterve di gol, e spesso neanche quando vanno in vantaggio riescono a gestire il risultato. Insomma, ora come ora la squadra Di Francesco rischia un po’ più delle altre.

Il Lecce è un cliente tignoso per chiunque, anche se ha appena cambiato allenatore. L’Empoli, dal mio punto di vista, ha dei valori tecnici superiori a quelli delle dirette concorrenti. Chiaramente la tecnica non basta: ci vuole anche dell’altro. Ma, se dovessi buttarla lì, direi che Frosinone e Lecce devono stare molto ma molto attenti.”

Marco, concentriamoci sul match tra rossoblù e scaligeri in programma lunedì all’Unipol Domus. Lei che gara si aspetta? Pensa che sarà un confronto tirato e tatticamente bloccato o, al contrario, le due contendenti proveranno a superarsi?

“Facendo una battuta, direi che dipenderà da come tirerà il vento. Inteso proprio nel senso meteorologico del termine, visto che si giocherà in Sardegna. Boutade a parte, il Verona sa far male anche in contropiede e con rapide verticalizzazioni. Il Milan ne sa qualcosa, anche se alla fine contro i veneti è riuscito a sfangarla. Baroni è un tecnico pragmatico: sa che non può andare a Cagliari a fare il fenomeno. Per cui molto dipenderà dalle invenzioni dei singoli: da una parte Gaetano e dall’altra Folorunsho, se dovesse recuperare, potrebbero rivelarsi decisivi. Per i rossoblù, ad ogni modo, sarà fondamentale evitare di andare incontro a brutte cadute.”