Quale sarebbe il problema "fisiologico" nella contemporaneità delle gare salvezza?

Quale sarebbe il problema "fisiologico" nella contemporaneità delle gare salvezza?TUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 14 maggio 2024, 18:15Approfondimenti
di Maria Laura Scifo

Va bene, abbiamo avuto anni di tempo per accettare il fatto che le partite del turno di Serie A venissero suddivise durante il weekend. C'era chi giocava il sabato pomeriggio e il sabato sera, poi il folto gruppo delle 15 e il posticipo della domenica sera o quello successivo del lunedì. Poi sono stati inseriti altri slot: uno il venerdì sera, utile per chi gioca le coppe, quello delle 12.30 la domenica o ancora quello del sabato alle 15, che ogni tanto si vede quando le temperature lo consentono. Scordiamoci dunque la contemporaneità delle gare. Poco importa che nelle fasi finali del campionato possa rivelarsi determinante e la partita di ieri tra Lecce e Udinese l'ha ampiamente dimostrato.

Se Lecce-Udinese fosse stata giocata insieme a Frosinone-Inter e Milan-Cagliari, tutte squadre che a questo punto della stagione hanno il solo campionato a cui pensare (l'Inter poi avendolo vinto con largo anticipo nemmeno quello), è altamente probabile che l'andamento della partita sarebbe stato diverso. Certo, con i 'se' e con i 'ma' non si fa la storia, ma le ambizioni sarebbero state ben diverse per i giallorossi. Ciò non vuol dire che abbiano lasciato la strada spianata all'Udinese in modo volontario, non venga frainteso questo concetto; bensì sono probabilmente incappati in una rilassatezza naturale e inconscia dovuta ai festeggiamenti per aver raggiunto la salvezza senza dover giocare. Questo fatto ha compromesso inevitabilmente la gara. Poi è chiaro che ogni squadra dovrebbe guardare unicamente dentro se stessa e pensare più a sé che agli altri, ma fattori del genere sono troppo importanti per non essere considerati. Se Cagliari e Udinese si fossero scambiate le giornate di campionato (visto che i rossoblù hanno giocato con il Lecce alla 35^), rimanendo nella sfera delle ipotesi, potremmo a questo punto parlare di un Cagliari già salvo. Invece ora gli isolani dovranno andare a giocarsi il loro match point a Reggio Emilia domenica prossima alle 12.30.

Tutto ciò perché ormai la contemporaneità delle gare "è una norma superata" dice l'amministratore delegato della Serie A Luigi De Siervo a margine della presentazione della finale di Coppa Italia. Come riporta TMW infatti poi specifica: "Ricorderete che le partite che si giocavano in contemporanea negli ultimi turni erano in passato quattro giornate, poi tre, poi due poi una. Questo è un fatto semplicemente fisiologico, non si può giocare tutti insieme. Si è cercato nell’arco di un campionato di rispettare una serie di avvicendamenti, non ci vedo nulla di strano. E’ una classica e fisiologica discussione che avviene ogni anno. Cambiano le squadre, ma questa cosa non cambia". 

La domanda che sorge spontanea, tuttavia, è una: in che senso è un fatto fisiologico non poter giocare tutti insieme? Partiamo dalla prossima giornata: nessuna delle squadre coinvolte nella lotta salvezza ha altri impegni oltre al proprio campionato, né li hanno le squadre che devono affrontare. Il Cagliari farà visita al Sassuolo, l'Udinese ospita l'Empoli, il Frosinone va a Monza e infine il Verona va all'Arechi dalla Salernitana già retrocessa. Dal momento che l'ordine di gioco degli incontri è stato stabilito poco più di una settimana fa, quindi essendo già a conoscenza degli impegni che le varie squadre avrebbero dovuto affrontare, qual era la problematica nel giocare in contemporanea? Non è una domanda polemica, semplicemente un tentativo di comprendere quale sia la situazione e quale sia questa motivazione fisiologica.

L'unica risposta che viene in mente da profani è l'impossibilità di poter gestire la situazione con le emittenti che hanno acquisito i diritti. Forse un carico troppo elevato di spettatori rischierebbe di non essere supportato dalle piattaforme? In effetti è una situazione che è già avvenuta in passato, ma non ci sarebbe nulla di male nell'ammetterlo se così fosse. Però anche questa opzione un po' stona se andiamo a considerare il numero di telespettatori.

Considerando sempre la Serie A e prendendo come esempi le sfide Lazio-Empoli e Lecce-Udinese della scorsa giornata, in totale tra le due su DAZN, secondo i dati Auditel, sono stati registrati 405.742 spettatori (181mila circa per Lazio-Empoli che era divisa con Sky e 223mila circa per Lecce Udinese). Se a questi avessimo aggiunto anche Milan-Cagliari che ha totalizzato 408.143 spettatori (essendo divisa tra Sky e DAZN) avremmo raggiunto quota 813.885, comunque meno delle 1.003.524 persone che hanno visto senza problemi Atalanta-Roma domenica sera in esclusiva su DAZN. Mischiamo le carte e consideriamo Inter-Frosinone, Milan-Cagliari e Lecce-Udinese: a quel punto gli spettatori sarebbero stati 1.140.260, comunque meno dei 2.121.865 spettatori che lo scorso 26 novembre hanno assistito a Juventus-Inter in esclusiva su DAZN. Quindi anche questa ipotesi viene scartata.

Andiamo allora a quella che sarà l'ultima giornata di campionato.  Il Cagliari sarà verosimilmente l'unica squadra con obblighi di calendario poiché affronterà in casa la Fiorentina finalista di Conference League. Siccome ancora non ci è dato sapere quando i rossoblù giocheranno, perché ancora non è stata del tutto calendarizzata la giornata, l'ipotesi più probabile è quella del venerdì sera, così da lasciare giustamente il tempo ai viola di concentrarsi sulla loro finale europea. Di conseguenza, se i giochi dovessero essere ancora aperti (e speriamo vivamente che non lo siano e che dunque il Cagliari si salvi alla prossima) quale sarebbe il problema nell'anticipare gli incontri al venerdì sera ipotetico? D'altronde, l'Empoli gioca con la Roma, Frosinone e Udinese si affrontano tra loro, il Verona ospita l'Inter e il Sassuolo va all'Olimpico dalla Lazio. Nessuna di queste squadre affronta l'Atalanta o la Juventus che domani giocheranno la finale di Coppa Italia o, nel caso della dea, poi la finale di Europa League.

Sicuramente non c'è stata malafede in queste scelte o una volontà di penalizzare una o l'altra squadra, semplicemente forse una mancata accortezza che ora si sta cercando di giustificare. L'unica cosa certa è che la contemporaneità per il momento possiamo scordarcela.