Il 29 novembre esce "Vertical. Il romanzo di Gigi Riva" di Paolo Piras
Il 7 novembre 1944 nasceva Gigi Riva. Nella settimana in cui il Mito rossoblù avrebbe compiuto 80 anni, è stata annunciata l'imminente uscita del libro "Vertical. Il romanzo di Gigi Riva", scritto da Paolo Piras giornalista e scrittore, responsabile Esteri di Rai News 24. Per anni si è occupato di calcio e ha avuto una sua rubrica per la Domenica Sportiva. Ha pubblicato anche "Bravi & Camboni. L'epica minore del Cagliari. Piedi storti, teste matte e colpi di genio" (Egg, 2014).
IL LIBRO - Vertical. Il romanzo di Gigi Riva - Fillus de anima. Non è un caso che Paolo Piras, autore di Vertical. Il romanzo di Gigi Riva (in libreria dal 29 novembre), parta proprio da questo concetto, meravigliosamente ricordato e spiegato da Michela Murgia nell'incipit di Accabadora, per il suo racconto di Gigi Riva che, orfano e solo - neanche ventenne aveva già alle spalle una vita durissima - venne accolto e adottato da un'isola intera, la Sardegna, dove ebbe l'opportunità di nascere una seconda volta. Un'altra vita concessa, però, in cambio di un compito sovrumano: diventare un eroe, il simbolo della forte identità sarda - proprio lui che sardo non era -, accompagnare e guidare una comunità intera nel percorso di riscatto dalla sconfitta e dalla marginalità in cui sembrava essere ineluttabilmente confinata. La Sardegna chiese a Gigi Riva di sognare il suo stesso sogno, e lui, eroicamente, accettò.
Ha inizio così, nel 1963, l'epopea di quel "grande eroe del tempo moderno" (così Gianni Brera parlò di Rombo di Tuono), un eroe omerico, che compì l'impresa grandiosa insieme a quella che l'autore chiama Armata bianca, il Grande Cagliari di Manlio Scopigno, maestro eccentrico di pensiero laterale, alla guida di atleti di straordinario spessore umano e tecnico. Un'impresa che del poema omerico rispettava tutti i canoni, una storia irripetibile del calcio italiano compiuta da una squadra semisconosciuta che si fa strada con forza, coraggio e classe tra i padroni dello sport. Una lotta dal basso, compiuta da chi ne conosceva le regole e la fatica.
Paolo Piras racconta il romanzo che è stata la vita di Gigi Riva, per provare a capire un uomo che ha attraversato la povertà, il dolore, la rabbia, la gioia, la sfortuna, una profonda depressione, senza smettere mai di essere un «hombre vertical», nella felice definizione che Gianni Mura scelse per lui.
A quasi un anno dalla sua scomparsa, il nome di Gigi Riva evoca insieme forza e correttezza, talento e integrità. Una leggenda che esce dal campo di calcio, indissolubilmente legata una terra, la Sardegna, che lo ha eletto a proprio monumento identitario, e che travalica i confini sardi, naviga tra le acque del mare, e arriva a noi. Un uomo che è nato due volte, che è morto due volte, che ha rappresentato il riscatto senza riuscire a salvare sé stesso.
Si finas s'esser meu m'est ignotu
po chi deo cun megus note e die cunviva
si mi nàn: "Tue ses chie?"
Poto risponder: "No mi so connotu"
Naran chi tzeltos connoschen a totu
e deo no connosco mancu a mie.
Se perfino il mio essere mi è ignoto
malgrado ci conviva notte e giorno,
se mi si chiede "Chi sei tu?",
posso rispondere: "Mi rimango sconosciuto".
Si dice che taluni conoscono tutto,
io non conosco neanche me stesso.
Remundu Piras, Misteriu