Caputo: "Nicola? Scarso feeling con lui a Bari ed Empoli. A gennaio deciderò il mio futuro"
Ospite di OCW Talk, podcast condotto da Andrea Panciroli e Domenico Manfredi, l'attaccante Francesco 'Ciccio' Caputo ha ripercorso la sua carriera, ricordando anche le comuni esperienze con l'attuale tecnico del Cagliari, Davide Nicola, da lui avuto a Bari nel 2015 e ad Empoli nella scorsa stagione. Di seguito un estratto delle sue parole, sintetizzate da TuttoCagliari.net: "Nel 2015 mi trovavo a Bari: ero appena tornato perché avevo finito il periodo della squalifica. Rimasi con la nuova società, guidata da Paparesta, che aveva rilevato il club. Quell'anno non fu particolarmente positivo: la squadra non fece bene, ma alla fine riuscimmo a salvarci. In panchina inizialmente c'era il mister Mangia, che però venne esonerato. Al suo posto arrivò mister Nicola. Con lui giocai bene, ma non trovai mai un grande feeling. Nonostante questo, chiusi la stagione con 10 gol. Alla fine di quell’anno decisi di andare via. Lasciai Bari, ma non trovai subito squadra: non riuscii ad accordarmi con altre società e, quando il calciomercato chiuse, mi trovai in una situazione complicata. Fortunatamente, si aprì uno spiraglio con l’Entella, che era stata ripescata in Serie B dopo il caso Catania. La finestra di mercato per loro era ancora aperta per venti giorni, e così mi accordai con il club. L'anno scorso ad Empoli iniziai bene la stagione, giocando fino a gennaio e riuscendo anche a segnare. Purtroppo, poi il mister Andreazzoli venne esonerato e arrivò di nuovo mister Nicola, con cui – come a Bari – non avevo grande sintonia. Dopo un problema alla caviglia che mi tenne fermo un mese e mezzo, faticai a trovare spazio.
Non so se fu una decisione tecnica o societaria, ma rimasi deluso. Nonostante tutto, cercai di dare il mio contributo, sia in campo quando chiamato, sia all’interno dello spogliatoio, per raggiungere la salvezza, che arrivò all’ultima giornata contro la Roma grazie a un gol di Niang. Nella stagione successiva iniziai ad avere qualche dubbio sulla mia posizione. A giugno, prima del ritiro, cercai più volte di confrontarmi con la società dell’Empoli per capire le loro intenzioni, ma mi dissero di aspettare: dovevano ancora scegliere il direttore sportivo e il nuovo allenatore. Alla ripresa della stagione, le scelte furono fatte: arrivò il mister, che conoscevo bene e con cui avevo un ottimo rapporto. Al primo giorno di ritiro, il mister mi disse che pensava fosse tutto fatto per un mio trasferimento al Pisa. Io, sorpreso, risposi che non avevo mai avuto accordi con loro. Al mister spiegai che, se dovevo andare via, sarebbe stata una mia scelta, non una decisione presa da altri. Comunque, iniziai il ritiro con l’Empoli: durante la prima amichevole fui nominato capitano e segnai, ma alla seconda partita la fascia passò ad altri. Capendo che qualcosa non andava, andai a parlare con il direttore sportivo per avere chiarezza sulla mia situazione. Mi spiegò che il mio ingaggio era troppo alto e stava bloccando le operazioni di mercato. Mi dissero che avrebbero cercato una soluzione, ma, se fossi rimasto, sarei stato considerato il quarto o quinto attaccante. A quel punto, d’accordo con il mio procuratore, presi due opzioni in considerazione: o trovare un accordo economico per risolvere il contratto, oppure rimanere e lottare per lo spazio in squadra. Scelsi la prima opzione, perché non volevo fare la guerra a nessuno. Trovammo un accordo per la rescissione, e ora mi ritrovo libero, in attesa di gennaio per prendere una decisione definitiva sul mio futuro".