Tuttosport - L’Italia non corre da sola. Euro 2032 con la Turchia. Si riducono da 10 a 5 le città ospitanti
"L’Italia non corre da sola. Euro 2032 con la Turchia". Così titola stamattina Tuttosport. Clamorosa svolta nella candidatura per ospitare la rassegna continentale. La Figc, in ansia per i ritardi dei dossier istituzionali, ha deciso la mediazione. Le città ospitanti scendono da 10 a 5. L’ipotesi: il via a Istanbul e la finale a Roma.
L’Italia - si legge sul quotidiano torinese - non correrà più da sola per aggiudicarsi gli Europei del 2032, ma presenterà una candidatura unica con la Turchia, guarda caso proprio la rivale in lizza per garantirsi l’assegnazione dello stesso evento. La proposta sarà discussa dal Comitato esecutivo dell’Uefa in programma il 10 ottobre a Nyon e ha ottime probabilità di essere accolta, anche perché (almeno per ora) non vi sono altri candidati interessati a quell’assegnazione. Evidentemente qualcosa è cambiato da quando la Figc, il 12 aprile, aveva presentato il proprio dossier con l’orgoglio di chi si ispirava “a un Nuovo Rinascimento”, un termine gradito al presidente federale Gravina che si era speso parecchio anche per ottenere gli appoggi politici di sostegno alla candidatura. Un percorso che sembrava ben indirizzato, con l’ottimismo sul sorpasso nei confronti della Turchia che ha raggiunto l’apice dopo la nomina dello stesso Gravina alla vicepresidenza Uefa. Ma qualcosa, appunto, si è inceppato e i dirigenti di via Allegri hanno preferito puntare su una mediazione che non preveda il rischio del voto nell’urna, che spesso in passato ha riservato amarissime sorprese. Perché, nonostante le parole di soddisfazione da parte dei vertici Figc, è evidente come di una mediazione si tratti, non foss’altro per il fatto che le città (e gli stadi) coinvolte si riducono a 5 rispetto alle 10 indicate nel dossier originario (Milano, Torino, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Cagliari). L’Italia, non dimentichiamolo, aveva rinunciato alla candidatura 2028 (sarà assegnata a Inghilterra e Irlanda) proprio per concentrare forze e progetti sullo slot successivo, consapevole che la Turchia vanta un vantaggio sugli impianti, la maggior parte dei quali è all’avanguardia rispetto a quelli italiani, e soprattutto un sostegno politico interno granitico. Considerata anche la “particolare” relazione che il governo di Erdogan intrattiene con le istituzioni che marciano compatte, allineate e soprattutto celeri.