Tuttosport - Il doppio ex Ventura: "Cagliari-Bari sarà da godere. In Sardegna 4 anni straordinari, ma ora tifo per i pugliesi"
In vista di Cagliari-Bari, Tuttosport ha intervistato il doppio ex Giampiero Ventura: "Che doppia finale dobbiamo aspettarci? Godibile, estremamente godibile. Il Cagliari per organico avrebbe dovuto accompagnare subito il Genoa in serie A quindi non mi stupisce che sia in questa finale. Il Bari è la sorpresa del campionato perché riuscire a chiudere terzo da neopromosso è un risultato clamoroso, avendo tra l'altro insidiato anche il Genoa per il secondo. Questo terzo posto consentirebbe ai pugliesi di essere promossi anche con due pareggi, eventualità da non trascurare in una sfida così equilibrata e considerando che il ritorno verrà giocato di fronte a oltre 50.000 spettatori. Il fattore campo può spostare gli equilibri? Io ormai abito a Bari, ero allo stadio per la partita con il Sudtirol e mi ha procurato un piacere incredibile vivere da tifoso ciò che quando ero allenatore vivevo dal campo. Non mi vergogno a dire che ho anche esultato al gol di Benedetti. Non è però solo una questione di tifo, di spinta che arriva dagli spalti, ma di spirito che ho visto nei ragazzi di Mignani. Hanno lo spirito giusto per la serie B, il fuoco dentro, la determinazione feroce. Tutti dicono che questa finale verrà vinta dal Cagliari, io mi limito a dire che non sarà così scontato. Fare il doppio salto per il Bari vorrebbe dire rendere straordinaria una stagione che è stata già bella.
E certi treni non passano spesso".
Ma Ventura è più legato al Cagliari o al Bari? Il mister risponde: "I quattro anni di Cagliari sono stati straordinari. Con Cellino ci siamo divertiti. Mi spiace ora sia retrocesso in C con il Brescia. Il segreto per andarci d'accordo? Essere sempre sinceri, se gli vendi fumo se ne accorge subito. Sono arrivato che l'ambiente era depresso, abbiamo vinto e fatto plusvalenze: lanciando un giovane Zebina pagato 600 milioni e venduto alla Roma per 20 miliardi, mandando O'Neill alla Juve, rilanciando Muzzi. Ma sono amico anche di Giulini. Bari ormai è la mia città e posso dire di essere un tifoso di questa squadra. Mi ha adottato, naturalizzato, quel calcio offensivo che proposi con gli esterni di centrocampo sulla linea dei due attaccanti è un bellissimo ricordo, lo stadio era sempre pieno, la gente si spellava le mani".