ESCLUSIVA TC - LUCIANO DE PAOLA: "Col Toro Ranieri ha scelto due seconde punte in attacco per non dare punti di riferimento alla difesa granata. Legge le partite come pochi. Con l'Inter sarà dura, ma la gara è aperta. Mazzone un signore del calcio"

ESCLUSIVA TC - LUCIANO DE PAOLA: "Col Toro Ranieri ha scelto due seconde punte in attacco per non dare punti di riferimento alla difesa granata. Legge le partite come pochi. Con l'Inter sarà dura, ma la gara è aperta. Mazzone un signore del calcio"TUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 23 agosto 2023, 15:08Primo piano
di Matteo Bordiga

Era uno di quei giocatori che qualunque allenatore vorrebbe avere nella propria squadra. Mediano aggressivo, infaticabile, “spazzaneve” davanti alla difesa, era un elemento imprescindibile del Cagliari di Claudio Ranieri che fece il doppio salto dalla C alla A.

Luciano De Paola faceva della generosità e dell’agonismo i suoi principali punti di forza. Ago della bilancia del centrocampo rossoblù, si sobbarcava quel lavoro sporco di recupero e smistamento dei palloni che poi consentiva ai centrocampisti offensivi e alle punte di salire alla ribalta e di decidere le partite.

Ma senza di lui, senza il “mastino da guardia” crotonese, gli attaccanti cagliaritani dell’epoca avrebbero potuto combinare ben poco.

Sempre grande appassionato e accurato analista del calcio italiano ed europeo, De Paola da tanti anni si è reinventato allenatore. Forte anche degli insegnamenti e delle lezioni apprese dal maestro Claudio Ranieri, vero punto di riferimento e “stella polare” della sua carriera.

Luciano, che impressione le ha fatto il Cagliari in questo inizio di stagione? Come sta venendo su la squadra? Ranieri, tra Palermo e Torino, sembra essere partito col piede giusto.

“Ranieri è una garanzia. Perché è un tecnico pratico che fa le cose semplici e non si inventa niente. A seconda del materiale che ha riesce a tirare fuori il massimo dai suoi giocatori, puntando sulla voglia, sullo spirito di sacrificio, sul carattere da mettere in campo. Questo è ciò che contraddistingueva anche il nostro Cagliari di tanti anni fa: eravamo una squadra determinata, fisica, cattiva. Di grande temperamento.

Il pareggio ottenuto a Torino contro i granata è un ottimo risultato. I rossoblù affrontavano una squadra rodata, composta da interpreti che giocano assieme da parecchio tempo. Riuscire a strapparle un punto a mio avviso è stato molto importante.”

Tra l’altro le scelte tattiche di Ranieri hanno stupito gli addetti ai lavori: a Torino il mister romano ha sorprendentemente puntato su uno schieramento privo della punta centrale ma caratterizzato dalla compresenza di due giocatori tecnici e veloci davanti, come Luvumbo e Oristanio…

“Ha scelto un attacco ‘leggero’ per non dare punti di riferimento ai difensori granata. Se avesse piazzato al centro dell’attacco una punta di peso avrebbe semplificato la vita al centrale del Torino, che è roccioso e granitico. Invece sguinzagliando due elementi sguscianti e abili tecnicamente ha creato grosse difficoltà alla retroguardia di Juric. L’ha studiata bene, come sempre: Claudio è un allenatore che sa leggere le partite come pochi.

Lunedì arriva l’Inter, e ovviamente sarà una gara tosta: i nerazzurri sono una corazzata. Però le sfide tra Davide e Golia, per forza di cose, si preparano da sole. Ranieri caricherà al massimo l’ambiente, ma non ci sarà certo bisogno di richiamare alla concentrazione i giocatori del Cagliari: le motivazioni arriveranno spontaneamente contro un avversario di quel calibro. Terrei particolarmente d’occhio Lautaro Martinez, a mio avviso uno degli attaccanti più forti attualmente in circolazione.

Sicuramente il Cagliari non regalerà nulla all’Inter, ma se poi dovesse andare male i rossoblù avranno tante occasioni per riscattarsi. Del resto il loro campionato non si gioca contro Inter, Milan e Juventus. Si parte in seconda fascia, con l’obiettivo primario della salvezza.”

La banda Ranieri a suo avviso non può proprio ambire ad altro che a una semplice salvezza?

“Non sentiremo mai Ranieri fare proclami o discorsi roboanti. Non parlerà mai di Europa o settimo posto e via sognando. Smorzerà i toni anche se le cose dovessero mettersi bene a livello di classifica, perché nella gestione psicologica dei vari momenti della stagione lui è un maestro. Secondo me il Cagliari, alla luce del fatto che è una neopromossa e considerando la campagna acquisti che ha fatto, deve ambire innanzitutto alla salvezza. Poi se arrivasse qualcosa in più ovviamente si prenderebbe e si porterebbe a casa.”

Luciano, chiudiamo con un ricordo di Carlo Mazzone, che lei avrà sicuramente incrociato – nel corso della sua carriera – da allenatore o da avversario.

“L’ho incrociato come avversario quando lui era alla guida della Roma. Poi, ai tempi di Guardiola e Roberto Baggio, io ero il tecnico della primavera del Brescia e lui l’allenatore della prima squadra. Era un signore del calcio. Personaggi come lui oggigiorno ne sono rimasti pochi: proprio Ranieri è uno di questi. Ancelotti è uno di questi.

Mazzone era una persona di grande dignità: non ha mai avuto procuratori che l’abbiano spinto o portato avanti. Si è costruito interamente da solo. Rappresentava un po’ il calcio di una volta. E poi voglio sottolineare che in tanti ne parlavano come di un difensivista… Ma Carletto non era affatto un tecnico rinunciatario. Raramente, con l’eccezione di Baggio, Signori e Francescoli, ha avuto a disposizione campionissimi già affermati. Ma ha avuto il merito di arretrare Pirlo a regista e di far esordire un certo Francesco Totti.

Ripeto: se n’è andato, oltre che un bravissimo allenatore, un grande uomo.”