Mancosu: "Zola e Kakà i miei idoli d'infanzia. Nainggolan il più forte con cui mi sono allenato. Dybala l'avversario più forte"

Mancosu: "Zola e Kakà i miei idoli d'infanzia. Nainggolan il più forte con cui mi sono allenato. Dybala l'avversario più forte"TUTTOmercatoWEB.com
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Ieri alle 00:30News
di Vittorio Arba

Marco Mancosu, ex centrocampista del Cagliari, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di "Di tutto un po'dcast", podcast di Galleria Progetti, condotto da Cristian "Fisso Ridendo" Basciu. Nel corso della chiacchierata con il conduttore, "Markixeddu", ha svelato quali sono stati i suoi idoli da bambino e i giocatori piu forti che ha visto giocare. Di seguito le sue parole, sintetizzate da TuttoCagliari.net: 

ZOLA ORGOGLIO SARDO - "Gianfranco Zola è stato qualcosa di speciale per me. Mi ricordo bene l’album Panini di Euro '96, quando mio fratello Matteo, mi disse che Zola era sardo. Non ci potevo credere, e quando lo vidi sull'album, fu una scoperta incredibile. Zola era nato ad Oliena e per me rappresentava l’orgoglio sardo. È stato un simbolo di eccellenza, lo stesso orgoglio che provo oggi per Nicolò Barella". 

KAKÀ E DYBALA - "Il giocatore più forte che ho mai affrontato è Paulo Dybala. C’era qualcosa di unico nel suo tocco: gli arrivava una palla difficile e la controllava come fosse la cosa più naturale del mondo. La sua tecnica era incredibile, ogni suo movimento sembrava fatto senza sforzo. È l’emblema del giocatore intelligente e tecnico, ed è quello che mi ha affascinato di più. Da piccolo, però, il mio idolo era Kakà. Cercavo di imitarlo, guardavo cassette video su di lui per studiarne i movimenti. Kakà aveva tutto ciò che ammiravo in un calciatore, e Dybala mi ricorda molto quel tipo di giocatore: intelligente, elegante e tecnico".

NAINGGOLAN - "Il giocatore più forte con cui ho avuto il piacere di allenarmi è stato senza dubbio Radja Nainggolan. Era come una 'tartaruga ninja'. Se ti avvicinavi di due metri, ti toglieva il pallone con una facilità impressionante. Non gli importava nulla, era onesto, crudo, e incredibilmente forte. Aveva un tiro potentissimo, recuperava palloni, attaccava, e aveva una personalità straordinaria. Per me è stato uno dei cinque centrocampisti più forti al mondo durante i suoi anni migliori alla Roma".