ECCO UN’ALTRA SFIDA
di Vittorio Sanna
Prima battere l’Empoli in trasferta, poi una “grande” in casa, l’Atalanta, ora ancora uno step. La vita è fatta di sfide e lo sport lo insegna meglio di qualsiasi altra università. Non ci si ferma mai, si sale sempre, e più è grande l’ostacolo, maggiore è la crescita nel momento in cui lo superi. Ecco l’Inter, prima della classe, in odore di seconda stella, tanto grande da fare la lepre contro l’Atletico Madrid in Champion’s, dove poteva certamente andare oltre. Ha aspettato la tartaruga che l’ha beffata mentre dormiva sotto l’albero, tronfia di certezze. Un precedente che non può essere trascurato e che va visto come il tallone di un Achille imbattibile. Senza la spada magica di Lautaro perde un calciatore da 23 gol e 5 assist in 28 partite. Un terzo di realizzazioni e una contribuzione al resto che permette di pensare, che valga il 50 per cento del potenziale offensivo. Sarà un caso, ma se le sue polveri sono bagnate, la strada per la vittoria è più ostica. Contro il Cagliari, la sua polvere da sparo non si alzerà, vista la squalifica.
Temi facilmente smentibili ma che devono essere il punto di forza della sfida del Cagliari. Abbiamo vinto con Sau, con Ekdal, con Melchiorri, spesso in stagioni tormentate, perché il calcio è così, all’improvviso apre le sue braccia e ti accoglie spargendo fortuna. Quel pizzico che condisce, che rende il piatto gustoso, anche il più povero, fatto di poche giocate, di scarsi ingredienti, di resti trovati nel frigorifero. Ranieri potrà sfruttare l’occasione per valorizzare Prati, per chiedere conferma a Shomurodov, per sguinzagliare Luvumbo. Terrore puro per una squadra che vorrebbe fare la baby sitter, addormentare la squadra rossoblù per prepararsi a incassare lo scudetto. Un copione troppo banale, il più probabile, ma anche il più bello da scombinare.
Il tutto vicino al 12 aprile, data dello scudetto rossoblù ma anche della amara eliminazione in Coppa Uefa contro la peggior Inter degli ultimi 50 anni. Paradossi che confermano la scarsezza della logica in uno sport con troppe variabili per potere essere tutte controllate. Aprendo le porte, ogni volta, alla speranza, al ribaltamento dei valori, alla rivoluzione delle gerarchie. Accettiamo la sfida, facciamolo ancora, facciamolo sempre. È questa la strada per crescere. Non solamente quella per salvarsi.