Cagliari, l'infinita "querelle" stadio condiziona il futuro
di Sergio Demuru
A bocce ferme vanno soppesati i risultati conseguiti e fatte alcune importanti riflessioni. Condivise o no. Resta però in “pole position” la questione inerente lo stadio. Che potrebbe destabilizzare quelli che sono le reali aspettative di una società come il Cagliari. Oramai sono troppi anni che si va avanti con aperture e successive chiusure di una “querelle” che pare infinita. Modifiche al progetto iniziale, ritardi causa insopportabile burocrazia e chi più ne ha, più ne metta. A pagare sono sempre i “supporters”. Soprattutto nell’ultima stagione la tifoseria rossoblù ha risposto in massa a quelle che erano le attese della vigilia, raggiungendo una considerevole quota di abbonamenti (la “Unipol Domus” era praticamente sempre “sold-out” con i pochi biglietti messi in vendita) e dimostrando che non sarebbe utopia mettere in piedi una nuova struttura con una capienza ben superiore.
Al momento il grido di dolore della società non è stato recepito dagli organi preposti a portare avanti le trattative. A Cagliari vi è stata la proclamazione del “nuovo-vecchio” sindaco, quel Massimo Zedda che già in precedenza, durante il suo mandato conclusosi per poi tentare la scalata ai quadri regionali, aveva offerto una sorta di apertura al patron Tommaso Giulini. Successivamente, il sindaco Truzzu, di destra, pareva intenzionato a supportare tutte quelle che erano le esigenze, senza peraltro farsi portavoce delle esigenze per dare il via agli appalti della nuova struttura.
Alla fine della fiera non si è concluso nulla. Idee tante, convocazioni del Consiglio di più, ma di fatti concreti neanche l’ombra. Ora con una giunta di sinistra, nuovamente con Massimo Zedda alla guida della città, si ha sentore di talune divergenze e si paventano difficoltà nel percorrere la strada che porterebbe all’inizio dei lavori. Tutto si sta trascinando nel classico dimenticatoio e nel frattempo la squadra, anche per le prossime stagioni, sarà costretta a giocare nell’angusto impianto della “Unipol Domus”, laddove vi sono i lati positivi, considerato che il pubblico fa sentire la propria presenza fungendo da dodicesimo uomo in campo come spesso predicava Claudio Ranieri, ma resta tuttavia il rovescio della medaglia con incassi risicati e, soprattutto per i confronti cosiddetti di cartello, con tanto pubblico che non riesce a trovare posto. In questo momento storico occorrerebbero maggiori certezze, per sbrogliare una matassa che oramai per troppo tempo è in “stand-by”. Solo con la sicurezza di poter usufruire di un nuovo impianto, la società Cagliari Calcio potrà programmare un futuro con importanti ambizioni.