Faragò: "Io e mia moglie innamorati di Cagliari. Pavoletti come l'acciaio: ha avuto la resistenza per ritornare a essere decisivo"

Faragò: "Io e mia moglie innamorati di Cagliari. Pavoletti come l'acciaio: ha avuto la resistenza per ritornare a essere decisivo"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 16 marzo 2024, 15:15Ex rossoblù
di Paola Pascalis

Paolo Pancrazio Faragò, ex difensore del Cagliari, ritiratosi dal calcio di recente, ha raccontato la sua storia e il suo legame con la Sardegna ai microfoni dell'Assocalciatori. Di seguito alcuni passaggi: 

Cosa sarebbe stato.

"Nel momento in cui stavo migliorando come prestazioni e continuità in Serie A, mi sono fermato. Avevo 26 anni. Avrei potuto fare di più, ma non so se senza l'infortunio ci sarei riuscito. Da quando mi sono fatto male, ho capito che la mia crescita si sarebbe interrotta".

13 maggio 2023, Como batte Ternana 3-1.

"Ero incazzato perché avevo giocato solo pochi minuti (ride, ndr). Sono entrato sul finire contro gli umbri e, ovviamente, non avrei mai immaginato che sarebbe stata la mia ultima partita da calciatore, altrimenti l'avrei vissuta diversamente".

Domani, ancora dietro al pallone.

"Nel dicembre 2023 mi hanno impiantato una moderna protesi all'anca sinistra, indicata anche per poter svolgere attività sportiva".

La carriera di Paolo Faragò, se fosse un vino.

"Dei miei vini, mi piace molto il cannonau. E un uvaggio che gode di una cattiva fama, ma nonostante questo riesce ad avere qualità, corpo, eleganza, dà vita a buoni vini, anche se non ci si aspetta che ci riesca. Non mi ci rivedo però, da calciatore non godevo di una cattiva fama (sorride, ndr)".

In cantina, il tuo vino viene vinificato e affinato utilizzando acciaio, legno e ceramica: per ogni materiale, abbina un ex compagno di squadra.

"Come il vino che quando invecchia nel legno diventa sempre più buono e più elegante, così è stato Simone Padoin nei tre anni in cui abbiamo giocato assieme sull'Isola. Per la ceramica, fragile ma allo stesso tempo, se rispettata, in grado di dare vita a grandi vini, macinando grandi prestazioni e grandi annate, dico Pablo González, con me al Novara. L'acciaio è Leonardo Pavoletti, che nonostante due grossi infortuni, ha avuto la resistenza per ritornare a essere decisivo e determinante per il Cagliari".

C come casa, C come Casteddu.

"Con mia moglie Irene, anche lei non sarda, ci siamo totalmente innamorati di questa terra, trovandoci a sentirla casa. Non sappiamo dire il motivo esatto, sarebbe riduttivo ricondurlo a mare e clima. C'è un insieme di persone, ritmi, ambienti. Forse influisce la nostra condizione personale, non convivevamo prima di venire a Cagliari, lei studiava a Pavia mentre io vivevo e giocavo a Novara. A Cagliari siamo diventati famiglia e quindi casa".

C come Como, C come Cagliari.

"L'anno prossimo mi auguro di vederle entrambe nella massima serie, sarei doppiamente contento".